Il ministro dell'Interno a Nuoro: tra 45 giorni i patti per la sicurezza
Cristina Cossu INVIATA NUORO
«Ho detto ai sindaci che nessuno sarà lasciato solo, e ho proposto una serie di patti per la sicurezza territoriali, da preparare entro un mese e mezzo. Dentro, ci sarà una maggiore presenza delle forze dell'ordine, più controllo, con l'incremento della videosorveglianza e delle nuove tecnologie, e la formazione scolastica, la cultura, il lavoro, l'integrazione sociale. Sarà un'alleanza strategica, con il coordinamento della Regione e i prefetti e gli amministratori locali in prima linea. Sento l'urgenza di dare risposte e di stabilire dei termini, e non certo per fare propaganda elettorale».
Parla con i giornalisti per una ventina di minuti al termine di una giornata lunga e intensa, non risponde a nessuna domanda e scappa via perché è in forte ritardo sulla tabella di marcia e deve rientrare a Roma.
Il ministro dell'Interno Marco Minniti è arrivato a Nuoro ieri alle dieci e mezzo ed è ripartito intorno alle 3 del pomeriggio, in mezzo, un tour de force lungo la città blindata, tra prefettura, istituto Ciusa e palazzo della Provincia, accompagnato dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, che sottolinea: «Abbiamo trovato disponibilità al dialogo e al confronto, anche noi faremo la nostra parte per raggiungere gli obiettivi che si siamo dati».
LA PRIMA TAPPA In prefettura - padrona di casa Carolina Bellantoni - si è tenuto il Tavolo di coordinamento sui migranti. «Dobbiamo governare il fenomeno», spiega il ministro, «nei primi sei mesi dello scorso anno abbiamo passato momenti impegnativi, ma dalla fine di giugno nell'Isola non ci sono stati più arrivi di distribuzione di carattere nazionale, insomma, adesso stiamo rispettando le regole del rapporto accoglienza-popolazione, il 2,9%». Ancora: oltre al Centro per i rimpatri di Macomer, abbiamo affrontato il tema dell'accoglienza e l'obiettivo che mi sono prefissato è quello di chiudere i grandi centri e promuovere politiche di accoglienza diffusa, più comuni che accolgono e meno persone per ogni paese. I piccoli numeri consentono di guardarsi in faccia e sapere chi stiamo ospitando».
CON GLI STUDENTI I ragazzi della scuola Ciusa lo hanno salutato con un applauso e quattro giovanissimi migranti gli hanno raccontato delle loro vite interrotte e ripartite da capo. Li cercavano laureati - era la gentile richiesta del Viminale agli organizzatori - ma siccome non ce n'era manco uno a disposizione, ci si è dovuti accontentare di quelli che parlavano meglio l'italiano. Minniti è contento, sorride: «Grazie per questo straordinario spaccato della vostra splendida terra, un giorno tornerò per vedervi ballare», dice rivolgendosi agli studenti del gruppo folk in costume tipico, che non hanno avuto il tempo di esibirsi.
IN PROVINCIA Nella sala del Consiglio provinciale ad aspettare il ministro ci sono il presidente e il direttore dell'Anci, Emiliano Deiana e Umberto Oppus, il presidente del Cal e sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il primo cittadino di Cagliari Massimo Zedda (tutti presenti anche all'incontro iniziale in prefettura) e 25 amministratori che condividono un'atroce esperienza: sono stati bersaglio di criminali. «La discussione è stata impegnativa», spiega Minniti, «e abbiamo deciso innanzitutto che l'Osservatorio previsto dalla legge è oggi operativo». Con ogni probabilità si riferisce all'organismo annunciato due anni fa dal suo predecessore Angelino Alfano, approdato in Sardegna dopo l'ennesima escalation di atti intimidatori. Ecco, quell'Osservatorio nazionale non ha ancora mai funzionato, e chissà se questa sarà la volta buona. «Ma non basta», aggiunge Minniti, «ho proposto di costituire dei moderni patti per la sicurezza urbana, dobbiamo mettere in campo modelli adatti a ciascun territorio. È vero che qui non c'è la mafia come in Calabria, in Sicilia, in Campania, ma ci sono organizzazioni che mutuano alcuni comportamenti tipici delle mafie. Serve un'idea della sicurezza che non sia la stessa da Bolzano a Cagliari. Abbiamo bisogno di fare un bilancio serio della distribuzione delle forze di polizia sul territorio, e se è necessario rafforzarle le rafforzeremo, possiamo farlo, perché il turn over che era bloccato è stato sbloccato al 100 per cento».
LA REGIONE Soddisfatto il presidente Pigliaru: «È stato un lavoro proficuo e costruttivo su temi molto importanti. Avevamo chiesto al ministro di affrontarli con noi qui in Sardegna e così abbiamo fatto. Sia sul fronte migranti che su quello della sicurezza abbiamo trovato disponibilità al dialogo e al confronto, condividendo la volontà di trovare insieme soluzioni alle criticità che i sindaci presenti, direttamente o attraverso l'Anci, hanno manifestato».