Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via da scuola anche a nove anni

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2018

A Sant'Elia, dove è attivo il progetto Frequenza 200, solo il 4% della popolazione ha un diploma

 

 

 

Un ragazzo su tre a rischio abbandono, boom negli istituti superiori 

 

 

 

I «futuri dispersi», così li chiamano, li riconosci già dalle elementari. Quasi sempre le finiscono, salvo casi eccezionali da tribunale dei minori, ma con enorme fatica. Alle medie invece iniziano a saltare la scuola e a collezionare bocciature. Sempre più spesso. Mentre alle superiori neanche ci arrivano oppure abbandonano già al primo anno.
ALLARME A Cagliari il tasso di dispersione scolastica resta allarmante, come d'altronde in tutta la Sardegna, seconda solo alla Sicilia in questa pessima classifica. Nel 2013/14 - secondo il dossier di Tuttoscuola - la percentuale in città era del 36,5%. Ora pare sia in miglioramento - l'ultimo dato regionale ha visto un calo da 22,9 a 18,1 punti percentuali in un solo anno - ma resta comunque ben oltre la media nazionale del 13,8%.
I SERVIZI SOCIALI L'emorragia vera e propria avviene nel biennio delle superiori, al limite dell'età dell'obbligo scolastico che è di 16 anni, ma i servizi sociali del Comune si occupano anche di bambini con meno di 10 anni che non frequentano, se non saltuariamente, la scuola. Vengono da famiglie con gravissimi problemi sociali ed economici. Situazioni a volte disperate. «Le segnalazioni arrivano sia dalla magistratura minorile che dai servizi sociali - spiega l'assessore competente Ferdinando Secchi -, i nostri uffici si occupano di tentare di reinserirli negli ambienti scolastici e di intervenire con misure ad hoc. Non sempre è facile, è un lavoro duro che si scontra con realtà davvero complesse».
IL CASO SANT'ELIA Il record negativo lo detiene Sant'Elia, il rione che ha la più bassa scolarizzazione della città: 30% della popolazione con la sola licenza elementare (o analfabeta) e appena il 4 % con diploma o laurea. Non a caso qui è operativo da due anni il progetto nazionale Frequenza 200 della Cooperativa Sociale “La Clessidra” e della “Fondazione Somaschi” onlus in partenariato con l'assessorato politiche sociali del Comune e con la ong WeWorld, che si occupa di aiutare i ragazzini a rischio dai 10 ai 15 anni. Il centro apre da lunedì a venerdì, tre ore al giorno, e fa sostegno scolastico e attività ludico-ricreative coinvolgendo i genitori e le associazioni del quartiere in sinergia con le due scuole inserite nel progetto, gli istituti Randaccio Tuveri e Colombo. A dirigerlo è Teresa Sorrentino, educatrice e psicologa: «I questo momento abbiamo 39 iscritti - spiega -, seguiamo anche bambini di 9 anni perché già da quella età purtroppo iniziano a disertare la scuola. La dispersione vera e propria però è alle superiori: degli oltre 100 ragazzi che abbiamo seguito in questi due anni tutti hanno preso la licenza media ma neanche uno ha continuato gli studi».
BOOM ALLE SUPERIORI La vera emergenza arriva dunque dopo le medie. Nell'ultimo anno, su 14.297 ragazzi iscritti negli istituti superiori cagliaritani, ben 2.523 hanno abbandonato la scuola o sono stati respinti. Il picco negli istituti professionali, dove la dispersione riguarda un ragazzo su tre. «Siamo quasi una succursale dei servizi sociali - scherza amaramente Vincenzo Porrà, dirigente dell'alberghiero Azuni -. Nel nostro istituto su oltre mille iscritti quasi la metà hanno situazioni familiari difficili e il tasso di ripetenza e abbandono è del 30%. Lo scorso anno in prima abbiamo registrato un 45% di non ammessi e la maggior parte di loro è destinata a non completare mai gli studi». Il trend però è in miglioramento, anche grazie ai vari progetti come Iscol@. «Ci hanno aiutato molto - conferma Daniela Diomedi, dirigente del professionale Meucci -, oggi la percentuale di abbandono nel nostro istituto è del 30% ma pochi anni fa arrivava anche al 50. C'è però da dire che chi supera il biennio ha la strada in discesa, non a caso il 44% dei nostri diplomati trova lavoro entro due anni».
Massimo Ledda