In città potature troppo drastiche e piante non adeguate al clima e al suolo
L'esperto: «Pini, palme e ficus sono da eliminare»
Piante non adatte al clima e al tipo di terreno, manutenzioni inadeguate e potature troppo radicali. Il “verde” del Comune è da matita rossa. Troppi gli errori nella scelta di piante, alberi e aiuole del capoluogo. Luca Iiriti, coordinatore tecnico dell'Orto botanico e responsabile del verde dell'Università, mette al bando gli alberi che incorniciano i viali e i giardini cagliaritani ma, soprattutto, censura la capitozzatura con cui vengono sfoltite le fronde. Un sistema che indebolisce la pianta a tal punto che al primo soffio di maestrale i rami si spezzano con facilità causando gravi rischi per le persone e danni alle auto parcheggiate.
PINI PERICOLOSI I vento di ieri ha messo in seria crisi la stabilità delle piante. Rami più o meno grossi e foglie sono stati strappati dagli alberi finendo su auto e moto. Eventi che si verificano con sempre maggiore frequenza. «Sono situazioni che si stanno accentuando con la crescita di alcuni tipi di alberi che hanno un tessuto meccanico poco adatto alle nostre condizioni climatiche», afferma il coordinatore dell'Orto botanico. Ma quali sono le piante da mettere al bando? «Sconsiglio vivamente pini, ficus e palme». Alberi molto diffusi in città. Viale Diaz, Terrapieno, viale sant'Ignazio, viale Buoncammino, Genneruxi, Is Mirrionis hanno ancora i segni di piante spezzate. «I pini raramente vengono curati nel migliore dei modi. Il vento gonfia le chiome causando l'effetto di una bandiera che fa flettere pericolosamente il tronco», spiega Iiriti. «I problemi sono maggiori soprattutto dove c'è poco suolo». I pini vanno abbattuti? «È necessario valutare caso per caso ma tendenzialmente la risposta è sì. Al Cus ne abbiamo eliminato circa 50». Invece il Comune ha deciso di piantare decine di pini, jacarande e palme nel lungomare Sant'Elia: «Scelta discutibile».
FICUS E RADICI I ficus retusa sono la pianta più diffusa in città. Piazza Garibaldi, viale Trieste, viale Merello, piazza Yenne sono il regno di un albero conosciuto soprattutto per l'invasività e i danni causati dalle radici «che distruggono tutto», dice Iiriti. «Non capisco il senso dell'intervento di piazza Garibaldi», afferma Iiriti. «Sino a quando durerà il prato inglese utilizzato per coprire le radici? Sarebbe stato più opportuno valorizzarle con passerelle o altro». Soluzioni? «Meglio eliminarli».
PALME E PUNTERUOLI Palme e affini ricordano paesaggi nordafricani. «Sono alberi che poco hanno a che fare con la nostra Isola. Soprattutto la specie phoenix è da bandire». Al Poetto la scelta delle palme non è stata delle più felici: «I venti da sud (caldi) e da nord (freddi) danneggiano le piante. Il resto lo fa la sabbia che leviga le foglie». Iiriti pone un quesito. «La lotta al punteruolo rosso implica l'utilizzo di trattamenti particolari. Sono chimici, quindi potenzialmente pericolosi? Non mi risulta che vengano usati sistemi biologici».
JACARANDE E PIANTE INFESTANTI Non c'è dubbio, la jacaranda è una delle piante più belle in città. Durante la fioritura, in primavera, il colore viola rende via Milano, via Pessina, largo Carlo Felice strade da cartolina. «In caso di vento è molto pericolosa», spiega il responsabile del verde dell'Ateneo. «È un albero poco elastico e quando soffia il maestrale i rami si spezzano con facilità». C'è poi il problema di una pianta che sta infestando Castello, Villanova e Stampace: l'ailanto. È considerata la specie invasiva con il più alto potenziale distruttivo del patrimonio archeologico.
I SUGGERIMENTI «Dobbiamo rispettare le condizioni ecologiche delle piante», conclude Iiriti. «Al posto di pini, jacarande, ficus e palme sarebbe molto meglio piantare carrubi, olivi, lentischi e ginepri». Piante che il Comune potrebbe ottenere gratis o a costi irrisori dall'Agenzia forestas.
Andrea Artizzu