Cosa c'è dietro la nuova svolta
La partita che a fine mese si giocherà sui canoni d'affitto arretrati per lo stadio è solo uno dei tormentati capitoli dei rapporti tra il Comune e il Cagliari calcio. La questione più scottante, infatti, è ancora quella legata alla realizzazione del nuovo impianto, che il presidente Cellino vorrebbe realizzare sulle ceneri dell'attuale Sant'Elia. I rapporti ufficiali si sono chiusi nell'estate dello scorso anno, quando il sindaco aveva annunciato di aver fatto scattare il conto alla rovescia per l'inizio dei lavori di rifacimento dello stadio. Lo dichiarò all'indomani di un vertice con il presidente della società rossoblù, al quale non venne però dato nessun seguito. Subito dopo arrivò un ordine del giorno del Consiglio comunale, che impegnava Floris a mettere nero su bianco l'accordo. Da allora è passato un anno costellato da immobilismo e insulti, solo recentemente stemperati da un comune impegno a riavviare il confronto.
Il primo segnale sembra arrivare proprio dalla volontà di trovare un accordo sulla questione dei canoni arretrati: una sorta di prova di buona volontà, nella quale le parti si impegnano nel tentativo di verificare a vicenda le buone intenzioni fin qui dichiarate.
Anche se da ambienti del Comune arriva una lettura diversa. In campo, infatti, ci sarebbero tre fazioni: c'è chi, per questioni legate al bilancio e all'opportunità, vorrebbe chiudere bene e presto la transazione, salvando gli interessi di entrambe le parti in causa. C'è poi chi è possibilista sulla buona riuscita della trattativa, ma vorrebbe magari legarla a un ridimensionamento delle pretese di Cellino in materia di nuovo stadio. E c'è anche un partito che, leggi e regolamenti alla mano, preme per considerare il patron rossoblù (e con lui il Cagliari calcio) alla stregua di ogni altro imprenditore privato: «Chi ha maturato dei debiti deve pagarli, poi si potranno iniziare le trattative su altre questioni». Parti che, per ora, hanno scelto di non prendere ufficialmente posizione ma che potrebbero presto far sentire la loro voce. ( a. mur. )
23/06/2009