Giochi per bimbi, corridoi in legno e panchine su seimila metri quadri
I piccoli alunni della scuola Riva tagliano il nastro
L'onore spetta a loro: il sindaco Massimo Zedda cede le forbici a Matilde, Francesco ed Elena. Sono i piccoli alunni del Riva a tagliare il nastro che ufficializza la riapertura di piazza Garibaldi. I bambini leggono, poi, una lettera indirizzata al primo cittadino. Quasi una presa di possesso: «Grazie per aver messo i giochi. Così quando usciamo da scuola possiamo andare subito a giocare».
LA PIAZZA I bambini, ovviamente, guardano a casa loro. Ma il nuovo volto dello slargo non offre solo scivoli, altalene e dondoli. «Non è più un marciapiedi aperto alle auto», dice Zedda. È uno spazio di 6.020 metri quadri (rispetto ai 4.800 del pre restyling) con 25 panchine in ferro, 3 fontanelle e, soprattutto, con la “foresta” di 37 alberi (33 i ficus retusa). Tra le novità, anche 670 metri di pavimento in legno e il prato verde intorno alle piante (necessari per dare maggior respiro alle radici).
LE REAZIONI La nuova piazza Garibaldi ha suscitato grande curiosità: non a caso, all'inaugurazione, insieme a tanti cittadini e amministratori, c'era anche l'arcivescovo Arrigo Miglio. E il colpo d'occhio è positivo. «Per noi che promuoviamo la didattica all'aperto», dice Massimo Spiga, dirigente dell'istituto comprensivo Santa Caterina in cui rientra anche il Riva, «è una splendida novità. Con l'arrivo della bella stagione, approfittando anche del fatto che la piazza è completamente pedonalizzata, potremo portare i bambini in questo spazio». Esulta anche chi lavora nella piazza. «Finalmente vedo un po' di luce in fondo al tunnel», sospira Massimo Molinari, gestore del bar che porta proprio il nome della piazza.
I LAVORI Perché i due anni di interventi hanno mandato in apnea gli operatori commerciali della zona. «E ci dispiace», interviene l'assessore ai Lavori pubblici Gianni Chessa, «dei disagi sopportati da chi opera lì. Ma, nel corso dei lavori, è saltata fuori l'esigenza di apportare qualche cambiamento». Non a caso, l'importo dei lavori è passato da un milione e 200 mila euro a un milione e 595 mila euro: lo stop per verificare l'assenza di bombe inesplose dei bombardamenti del 1943, e richieste della Sovrintendenza per il posizionamento di mattoni originali sono stati solo alcuni dei problemi venuti fuori in corso d'opera. «Ma, alla fine», conclude Chessa, «abbiamo portato a termine un bell'intervento anche perché i dipendenti comunali e le ditte incaricate non si sono risparmiati, soprattutto in quest'ultimo periodo».
IL CANTIERE La piazza è ufficialmente riaperta. Anche se restano alcuni piccoli interventi da fare: in particolare, già in questi giorni verranno messi in sicurezza gli scivoli che eliminano le barriere architettoniche. Poi ci sono da aggiungere altre telecamere a quelle già piazzate («ma i primi vigili urbani dovranno essere gli stessi cittadini», è l'invito di Chessa) e da sistemare i bagni.
Marcello Cocco