Urbanistica. Ricorso alla Corte di Giustizia Ue del Comune che rivendica la piana, sua fino al '28 e persa nel '91
Il sindaco Sini e l'assessore Tinti: «È nostra. Dobbiamo riconquistarla per statuto». Ma la zona è strategica anche per Cagliari: lì il Puc individua alloggi e servizi
La contesa sulla piana di San Lorenzo arriva alla Corte di Giustizia Europea. Entro mercoledì il Comune di Monserrato depositerà il ricorso al giudice di Lussemburgo per tentate l'ultima carta nella rivendicazione sull'area lasciata fuori dai suoi confini nel '91. E che però si rivela determinante anche per il futuro urbanistico di Cagliari. Su quell'area di ben 470 ettari si concentrano speranze di espansione frutto di una battaglia storica (fino al '28 la piana è stata parte integrante di Monserrato) e appetiti edilizi del confinante comune cagliaritano, che la ingloba tutt'oggi. Il Puc del capoluogo l'ha trasformata da zona agricola in area di servizi ed espansione residenziale. Ma è anche l'ultima valvola di sfogo di una città ormai senza possibilità di crescere. Nonostante anni di battaglie perse, mercoledì scorso la Giunta di Monserrato ha deliberto 3La piana di San Lorenzo, un tempo area agricola l'appello alla Corte. A Lussemburgo, il legale Gianluigi Falchi dovrà spuntarla dopo diverse sconfitte: dal ricorso alla regione fino al Consiglio di Stato, risalente al dicembre 2008. Ma la questione affonda le radici lontano nel tempo, e precisamente nel '28, quando il regime fascista nega a Monserrato, Selargius, Elmas l'autonomia e li accorpa a Cagliari. Vero è che la piana è una vasta zona agricola, e forse in pochi pensano al suo futuro valore strategico. Valore che invece gli amministratori - di Cagliari e Monserrato - tengono bene a mente mezzo secolo dopo, quando nel '91 una legge regionale accorda l'”indipendenza” ai centri della cinta urbana, Monserrato compreso. In quella secessione Cagliari tiene per sé San Lorenzo, a causa di un lembo di terra che crea “discontinuità” con il territorio di Monserrato: 800 metri quadrati, oggi comune di Selargius, che diventano da allora una distanza incolmabile. Perché sia il Tar nel 2003 sia successivamente il Consiglio di Stato (24 dicembre 2008) non vogliono sentire ragioni. Il confinante principale di San Lorenzo è Cagliari, poi c'è il comune selargino, ma Monserrato no, non ha alcuna rilevanza perché al di là di una passata proprietà non ha confini materiali con la piana. Poco importa che la Chiesa di San Lorenzo sia fulcro del patrimonio religioso e culturale dei 21mila abitanti, che lì fanno festa attorno al 10 agosto, sottolineano il sindaco di Monserrato Marco Sini e l'assessore al Patrimonio, Franco Tinti. «Non si tratta di campanile - precisa Tinti - ma di diritto. La riconquista di San Lorenzo è scritta nel nostro statuto e fu deliberata dalla prima seduta del Consiglio nel '91». Il consigliere del Comune di Cagliari Claudio Cugusi (Pd) ne interpreta l'importanza per il capoluogo: «In quella zona sono previsti gli unici interventi di edilizia sociale a Cagliari. Staremo a vedere, ma il contenzioso rischia di modificare l'intera pianificazione». ¦ E.L.