Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Finanziaria, Sos dei sindaci: basta tagli, siamo alla fame

Fonte: L'Unione Sarda
6 dicembre 2017

Zedda critica la Giunta. Pigliaru: «Uniti saremo più forti a Roma»

 

 

 

Un attacco feroce: contro i Comuni, che hanno subito tagli statali del 43% in sette anni (dal 2009 al 2015), contro le Province «spolpate» e «moribonde». «Un golpe bianco», lo definisce il presidente del Cal, Andrea Soddu. «E vittime», aggiunge, «sono le comunità che amministriamo, dove è difficile pensare che si possa vivere una esistenza felice quando non c'è l'ente che provvede alle scuole, all'ambiente e alla protezione civile». Comunità dove «la vita è compromessa». Per cosa, poi? «Questa manovra contro la finanza locale non ha portato nessun beneficio allo Stato, visto che il debito pubblico è persino aumentato». «Lo Stato ha fallito», sentenzia Soddu nell'Aula riunita in seduta congiunta con il Cal. E la Regione non può restare a guardare: «Assieme alle autonomie locali deve spiegare a Roma che il problema della finanza regionale non è un problema solo della Regione».
IL FONDO UNICO Vietato stare alla finestra anche sul fondo unico: «Le entrate regionali hanno registrato un incremento di 120 milioni di euro e quindi, ai sensi dell'articolo 10 comma 1 della legge 2/2007, dovrà essere incrementato». Su questo insiste con forza il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda: «Non è una pretesa folle, si tratta solo di rispettare la legge». Un provvedimento del 2007, per cui a fronte di maggiori entrate devono corrispondere maggiori risorse, «ebbene, si è passati dai 411 milioni del 2014 a 107, quest'anno». Risorse che Zedda si augura possano essere stanziate con la manovra finanziaria in entrata domani in Aula. Il sindaco metropolitano non risparmia la politica regionale: «Bisogna interrompere la dinamica del rimbalzo di responsabilità, perché succede che quando il problema è a Cagliari, noi chiediamo che a trovare la soluzione ci pensi Roma, se poi la soluzione sta a Roma, chiediamo che se ne occupi Bruxelles». Ecco, «se i problemi sono sardi, si faccia il possibile perché siano risolti nell'Isola».
PROVINCE SARDE ESCLUSE La seduta è stata aperta dal presidente dell'Assemblea, Gianfranco Ganau, che ha ricordato «la diminuzione dei trasferimenti agli Enti locali, e l'esclusione delle province sarde e della città metropolitana di Cagliari alla compartecipazione ai fondi nazionali». Ecco perché serve «una forte mobilitazione di tutta la Sardegna e l'apertura di un vertenza nazionale che veda riconosciuti i nostri diritti». «Formiamo una squadra, è chiaro che dobbiamo essere insieme anche in queste battaglia», dice a fine seduta Francesco Pigliaru. «Eppure», puntualizza, «la Regione sarda non è centralista: sul Fondo veniamo da un 2014 dove avevamo più di 1 miliardo in meno (ancora non ripristinato), mentre con le entrate crescenti aumenterà anche il fondo perché dalla crisi stiamo uscendo».
SCUOLA E TERRITORI Nel tavolo tecnico che sarà convocato a breve con i sindaci «possiamo parlare di questo ma anche di altro, di quello che abbiamo fatto, perché spesso manca la consapevolezza», aggiunge Pigliaru. Ovvero: l'investimento su scuola per circa 250 milioni nei territori, la programmazione territoriale che conta progetti per 300 milioni, la fibra ottica (Sardegna prima Regione in Italia e seconda d'Europa per aree rurali), la video-sorveglianza, i fondi ai pastori e all'agricoltura e, nella prossima finanziaria, fondi per lavoro con l'incremento del Reis.
Roberto Murgia