Rigassificatore Giorgino, Comitato del No: “Le nostre vite non contano”
Addosso una tuta ignifuga e antigas, sul viso una maschera bianca che lo copre interamente. “Bianca, dal momento che non esistiamo: siamo 33 famiglie, oltre ai 220 operai della Remosa e ai lavoratori del Porto Canale. Le nostre vite non contano nulla”. Parla Arianna Stara, residente nel villaggio pescatori di Giorgino, questo pomeriggio sotto il palazzo del Consiglio regionale di via Roma, a Cagliari, per dire no al rigassificatore che “vogliono costruire vicino alle nostre case”. Come lei indossano la tuta altre tre donne della comunità. Con loro cinquanta persone sono scese in piazza per ribadire l’opposizione all’impianto al sindaco, Massimo Zedda, ai consiglieri comunali, ai presidenti di Consiglio regionale e Giunta, agli assessori di Industria e Ambiente. “A pochi metri da casa nostra vogliono costruire un impianto inutile, pericoloso, dannoso per la nostra salute e per l’ambiente – spiegano le donne del comitato – è un progetto ad alto rischio di incidente rilevante, ubicato all’interno del perimetro dell’oasi protetta di Santa Gilla”.
Il progetto, che rientra nelle linee guida del Piano energetico ambientale della Regione e in quelle dell’accordo di programma quadro per la metanizzazione della Sardegna, mira a garantire la possibilità di utilizzare il gas metano come fonte energetica alternativa a quelle già presenti nell’isola. “Oggi consegniamo al sindaco le prime 1.200 firme raccolte in città da dieci giorni a questa parte contro il rigassificatore”, annuncia all’ANSA il portavoce del comitato Marco Mameli. “Non si può procedere in una direzione del genere senza assemblee pubbliche per consultare prima la cittadinanza”, aggiunge Claudia Zuncheddu di Sardegna Libera.