Sabato 20 giugno 2009
Per la polizia sono un'ottantina. Le strade del sesso: viale Elmas, viale Monastir, via Po, viale Trieste e piazza del Carmine
Marciapiedi di nuovo affollati da rumene e nigeriane
Per una prestazione si paga da dieci a sessanta euro. Mercato nelle mani delle organizzazioni rumene e delle “maman” nigeriane.
Vedi le foto Vedi le altre fotoVedi le altre foto P rostitute rumene e nigeriane. È questo il biglietto da visita di Cagliari. Di notte e, oramai, anche di giorno. I marciapiedi di due importanti strade d'ingresso alla città, viale Elmas e viale Monastir, sono diventati nuovamente bancarelle del sesso a pagamento. Un mercato che si estende in parecchie vie al confine tra i quartieri di Is Mirrionis e Sant'Avendrace, fino ad affacciarsi dalle parti di piazza del Carmine a due passi dal centro e dal porto, dove sbarcano i croceristi. Dai dati in possesso della polizia le prostitute su strada sono un'ottantina, concentrate in sette, otto strade. Qui residenti e commercianti sono costretti a convivere quotidianamente con le prostitute, vittime di organizzazioni criminali che si arricchiscono con il loro sfruttamento. Le “autonome” sono poche e il più delle volte finiscono in strada per guadagnare il pane.
NUOVO ALLARME Nel settembre del 2007 il sindaco Emilio Floris aveva annunciato «tolleranza zero» denunciando «il preoccupante aumento del fenomeno» al Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. Nell'immediato ci fu un miglioramento: maggiori controlli e un giro di vite fecero sparire le ragazze dalle strade. Ma dopo neanche due anni la situazione è nuovamente precipitata. Non si arriva alle invasioni degli anni Ottanta e Novanta ma il panorama dipinto dal dirigente della Squadra mobile, Oreste Barbella, dal vice Cosimo Bari, e dal capo della Squadra volante, Gianfranco Murgia, non è dei migliori: un'ottantina di prostitute, prezzi in calo perché la crisi si fa sentire anche nei marciapiedi e ragazze vittime di organizzazioni senza scrupoli. Il ricavato finisce nelle tasche degli sfruttatori che garantiscono vitto e alloggio (non a cinque stelle) alle prostitute. Il tutto condito con la “spazzatura” che accompagna ogni incontro amoroso consumato in auto tra piante, cespugli e sterrati polverosi.
LA MAPPA Le forze dell'ordine non hanno molti strumenti per contrastare la prostituzione e spesso non vale la pena inseguire una prostituta nigeriana tra i campi di viale Elmas, rischiando di perdere un agente per una distorsione. Anche perché bloccare un'extracomunitaria comporta al massimo consegnarle un foglio di via . Tradotto: la sera stessa è nuovamente a lavoro accanto a un falò ad aspettare i clienti. La seconda sezione della Squadra mobile è quella che si occupa del fenomeno e lo tiene sotto controllo. Viale Elmas è territorio delle nigeriane (una ventina circa), mentre in viale Monastir ci sono una decina di rumene e, in alcune traverse come via dell'Agricoltura , altre dieci nigeriane. Tra via Simeto e via Po si parla quasi esclusivamente rumeno (quindici ragazze) con una piccola rappresentanza di italiane (cinque). Il territorio delle sarde è soprattutto quello di via Posada (traversa di via Santa Gilla) dove lavorano in tre, a volte cinque donne, anche un po' avanti con gli anni. A pochi metri, in via San Paolo , tra due assessorati regionali, ci sono due trans. La prostituzione arriva anche in viale Trieste raggiungendo piazza del Carmine : all'ombra del viale alberato vendono il loro corpo cinque sarde e alcune sudamericane.
PREZZI E GUADAGNO Anche la prostituzione è costretta a convivere con la crisi. Meno clienti e meno soldi. E il prezzo cala. Le nigeriane arrivano a vendersi per dieci euro e la tariffa del “tutto incluso” è di trenta euro, anche se la richiesta può arrivare a 40. Le rumene hanno tariffe più alte: da 30 a 60 euro. Alcune, le più carine e gettonate, possono chiedere di più. Italiane, sarde e trans vanno dai 20-30 euro ai 40-50 euro. Il guadagno? Le rumene possono mettere da parte anche 500 euro a notte. In un mese l'incasso arriva a superare i diecimila euro. «I soldi», spiega Bari, «finiscono quasi sempre agli sfruttatori. Le ragazze autonome sono pochissime». E ostacolare il mercato organizzato può essere rischioso.
LA QUINDICINA Per variare l'offerta le ragazze rumene vengono fatte ruotare: quindici giorni (la cosiddetta quindicina ) a Cagliari, poi in un'altra città della Penisola e altri quindici da un'altra parte. Alcune restano di più (massimo tre mesi). Dietro la prostituzione dell'est europeo si muove un'organizzazione rumena. La gestione delle nigeriane è affidata invece alle maman (ex prostitute o le più anziane del gruppo). Le rumene vivono soprattutto in appartamenti ad Assemini e Decimomannu. Le nigeriane devono fare qualche chilometro in più, fino ad arrivare a Dolianova. Appartamenti affittati in nero da proprietari che spesso non sanno di correre rischi enormi: «Sanzioni di mille euro e la confisca della casa», ricorda Cosimo Bari. Un deterrente che serve davvero a poco.
MATTEO VERCELLI