Tante iniziative e una proposta di legge Donne e violenza
Il no dei giovani Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande . Mostratemi una donna che non si sente colpevole e io vi mostrerò un vero uomo . Hai un solo modo per cambiare fidanzato violento. Cambiare fidanzato .
Cagliari, ieri mattina. Mani sicure e orgogliose di giovani donne vergano pensieri sui grandi fogli bianchi stesi in piazza Costituzione. Sono le mani delle studentesse del liceo Eleonora d'Arborea e dell'istituto tecnico Mattei di Decimomannu. Adolescenti che della violenza di genere forse hanno solo sentito parlare. Forse. Perché il mostro, purtroppo, in Sardegna come nel resto d'Italia, spesso lo si incontra sin da ragazzine, a volte da bambine. Da un padre, uno zio, un fidanzatino. L'associazione Fidapa Sardegna, insieme a Socialismo diritti e riforme, ha voluto celebrare così la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
LA GIORNATA Mille iniziative, Cagliari come epicentro. Tutte con i ragazzi, gli studenti, il nostro futuro insomma, come assoluti protagonisti. E così le bambine e i bambini della scuola elementare Santa Caterina - invitati d'onore al convegno alla Fondazione Sardegna organizzato dalla Commissione regionale pari opportunità - hanno spiegato agli adulti che nei testi su cui li costringono a studiare le donne sono rappresentate quasi sempre secondo gli stereotipi più tradizionali: mamme pazienti, nonne amorevoli, principesse in attesa del principe. Donne che non chiedono quasi mai. Al limite rispondono. Ma senza mai alzare la voce.
I MESSAGGI IN BOTTIGLIA Ragazzi come quelli che frequentano le medie all'Alfieri e al Santa Caterina e che insieme a due loro professoresse - Graziella Posadino e Tiziana Puddu - si sono inventati il progetto “365 messaggi in una bottiglia”, presentato ieri in Prefettura. Nel sito creato dagli studenti (http://365messaggi.com) ogni giorno e sino al 25 novembre del prossimo anno, comparirà un messaggio, un pensiero, una riflessione «per dare voce alle sofferenze di quelle donne che subiscono violenza tutti i giorni». Il primo, pubblicato ieri, lo ha scritto una studentessa tredicenne. E poi la distesa di scarpette in piazza Garibaldi, rosse come i nastri sul cancello del Municipio in via Roma, la panchina tra via Cugia e via Pessina e i fili che in piazza Santo Sepolcro hanno tenuto sospesi i racconti di quante nell'inferno della violenza sono passate ma sono anche riuscite a uscirne. Rosso, tutto rosso, come il colore del troppo sangue versato dalle donne vittime di padri, mariti, fratelli e fidanzati. Il colore dell'amore tradito.
LA PROPOSTA Educare, prevenire, informare e formare. Ma non basta. Ci vogliono anche nuovi strumenti giuridici. E così la giornalista Maria Francesca Chiappe, al convegno della Fondazione Sardegna, ha lanciato la sua proposta: «Se un sindaco o un dirigente pubblico ricatta una donna sul posto di lavoro, sesso in cambio di sussidi o dell'assunzione, è concussione sessuale; ma se lo stesso comportamento lo tiene un privato, un avvocato, un commerciante, il titolare di un supermercato, un regista, non è reato. Allora c'è un buco nel codice penale. Serve una legge. Una norma che individui il reato di estorsione sessuale». Sarà la prossima conquista.
Massimo Ledda