La media nazionale è di 300 euro all'anno, nell'Isola si arriva a 363
Tassa rifiuti, sardi beffati:tariffe più care del 20%
Dicevano: con la raccolta differenziata la tassa sui rifiuti diminuirà, le stangate saranno solo un ricordo. E invece ecco che la Sardegna, approdata ultimamente tra le regioni virtuose del riciclo, è la terra dove smaltire l'immondizia costa più che nel resto d'Italia. Secondo l'ultimo report di Cittadinanzattiva nell'Isola si spendono in media ogni anno 363 euro. Un numero che nasconde due brutte notizie: la tassa è in aumento del 3,4 per cento rispetto al 2016 (quando si fermava a 351 euro) e la media italiana di 300 euro è decisamente più bassa. Ma c'è un altro record: la ricerca incorona Cagliari come città più cara d'Italia, con un'imposta di 549 euro all'anno. A Nuoro la cartella media è di 335 euro, a Oristano di 295 euro e a Sassari di 272 euro.
LO STUDIO L'indagine dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha fotografato per il decimo anno consecutivo i costi sostenuti nelle principali città per lo smaltimento dei rifiuti. L'associazione ha preso come riferimento una famiglia composta da 3 persone, con un reddito lordo di 44mila euro e una casa di proprietà di 100 metri quadri.
LA CLASSIFICA Se si guardano le altre regioni, l'Isola è quarta - per un soffio - nella classifica nazionale, dopo la Campania (418 euro), la Sicilia (396 euro) e la Puglia (367 euro). La differenza tra nord e sud è lampante e non a caso è il trentino a garantire la Tari più bassa di tutta Italia, con una cartella media di 197 euro. Seguono Friuli (223 euro) e Basilicata (228 euro).
IL PESO SULLE FAMIGLIE «Quest'anno la nostra indagine sull'andamento delle tariffe applicate al servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani si inserisce in un contesto paradossale, in cui molti Comuni hanno sbagliato il calcolo della spesa dovuta, nel passaggio da Tarsu a Tia, a Tares e quindi alla Tari, determinando così una spesa molto più onerosa per alcune famiglie», spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. «Ancora più paradossale è che una volta dichiarato l'errore si lasci comunque, come stabilito dalla recente circolare del Ministero, l'onere della ricostruzione dei calcoli corretti ai cittadini, che hanno già subito i danni degli errori, per poter richiedere il rimborso delle somme indebitamente pagate. Chiediamo quanto meno che i Comuni diano sostegno alle famiglie nei calcoli di quanto effettivamente queste avrebbero dovuto pagare», conclude Gaudioso. Le dieci città più costose, con una spesa annua che supera i 400 euro, si trovano tutte al sud tranne Pisa. Tra il 2016 e il 2017 sono 37 i capoluoghi che hanno subito un aumento dei costi. Oltre al caso di Cagliari (più 10,9 per cento) il balzo maggiore è quello di Chieti, dove gli abitanti si sono ritrovati a pagare il 25,2 per cento in più rispetto allo scorso anno.
LA DIFFERENZIATA La stangata della Tari arriva proprio nell'anno in cui crescono i livelli della raccolta differenziata: in Sardegna si è arrivati al 60,2 per cento dei rifiuti riciclati (più 3,8 per cento rispetto all'anno precedente). Un buon risultato se ci confronta con quello delle altre regioni del sud, come la Sicilia: nell'altra isola la differenziata si ferma al 12 per cento. Numeri, in questo caso, raccolti e elaborati dall'Ispra, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. In Sardegna le percentuali variano a seconda dei territori. La zona di Oristano è quella in cui la gestione dei rifiuti ha permesso di aumentare la percentuale di riciclo, che arriva al 69 per cento. Segue il Medio Campidano, col 68,5 per cento, quindi l'Ogliastra col 66,2 per cento. Il Nuorese si ferma al 62,7 per cento, il Sulcis al 61. Sotto la soglia del 60 per cento restano la Gallura, con il 54,4 per cento, poi il Cagliaritano (52,7 per cento), e il Sassarese (50,5). Ma in questi ultimi due casi influisce il cattivo risultato delle città: secondo l'Ispra a Cagliari, in attesa della partenza del porta a porta - l'entrata a regime in tutto il capoluogo è prevista per il prossimo giugno, anche se le prime sperimentazioni inizieranno a breve -, la differenziata arriva al 29,5 per cento, mentre a Sassari non si va oltre il 43,7 per cento.
Michele Ruffi