La conferenza stampa per il progetto 365 messaggi in una bottiglia (foto Mario Rosas)
CAGLIARI. Venticinque novembre tutti i giorni per dire no alla violenza di genere e al femminicidio. Si chiama «365 messaggi in una bottiglia» il progetto partito da due scuole medie di Cagliari, istituto comprensivo Santa Caterina e Alfieri-Conservatorio.
L'iniziativa nasce dall'osservazione delle dinamiche di classe: si parte dalle reazione, a volte dal timore, spiegano i docenti-promotori, delle ragazze di fronte a scherzi non proprio leggeri dei loro coetanei. O comunque davanti alla mancanza di sensibilità dei ragazzi nei confronti delle loro coetanee. Spesso gli stessi adolescenti non riescono a percepire come violenti o sbagliati alcuni atteggiamenti. Segnali da interpretare, da studiare. Comportamenti da riconsiderare. Perché poi,lo testimoniano anche i fatti che finiscono in tribunale e che vedono protagonisti anche gli adolescenti, forse rischia di essere troppo tardi.
Come si controbatte? Con un sito che lancerà almeno un messaggio ogni ventiquattro ore. Uno spazio web progettato in ogni sua parte, da quella grafica a quella informatica, dai ragazzi. Un progetto che ha raccolto subito entusiasmo e partner: questura, carabinieri, tribunale per i minorenni, comune di Cagliari.
Il Crs4 sarà coinvolto nella creazione di strumenti di monitoraggio dei feedback del progetto. Coinvolte anche le associazioni Rete Heminas e «pasionaria.it». «Le parole chiave - ha detto Margherita Falqui, avvocata - sono sostanzialmente quattro: comunicazione (deve cambiare anche il linguaggio dei libri che parlano di donne a casa e mariti al lavoro), rispetto, coraggio (anche di denunciare le violenze), conoscenza». Prime reazioni? «I ragazzi- ha detto la docente che ha avuto l'idea del progetto, Graziella Posadino - sono entusiasti». Presenti tra gli altri all'illustrazione dell'iniziativa anche la consigliera regionale Anna Maria Busia l'assessora comunale al Turismo Marzia Cilloccu, la neo eletta Garante dell'infanzia Maria Grazia De Matteis. (Stefano Ambu)