Stati generali riuniti per il battesimo della consulta comunale
Sport, il capoluogo svetta fra i centri europei
Con il massimo dei voti, 50/50 , Cagliari si è laureata “Città europea dello sport 2017” lasciandosi alle spalle, in questa singolare classifica, quindici “pezzi da novanta” del calibro di Bristol, considerata dagli inglesi un vero paradiso urbano .
STATI GENERALI Al Lazzaretto di Sant'Elia si riuniscono gli Stati generali dello Sport, non per una scontata autocelebrazione, ma per inaugurare una stagione nuova all'insegna della partecipazione e del coinvolgimento di tutti gli attori di questa colorata tavolozza che è lo sport isolano.
CONSULTA COMUNALE Il primo segnale concreto è l'ufficializzazione della Consulta comunale dello Sport. «Organismo di nuova istituzione nel Comune di Cagliari», afferma il suo neo presidente eletto Andrea Contini, dirigente della Figc, «che avrà il compito non solo di assicurare un raccordo fra amministrazione e società sportive, ma anche di promuovere iniziative nel settore sportivo e ambientale assicurando sostegno e consulenza». Nel nuovo organismo saranno rappresentati scuola e Università, medici sportivi, polisportive e storiche società, Coni e enti di promozione sportiva.
CITTÀ DELLO SPORT Dall'assessore Yuri Marcialis un ampio spettro delle realizzazioni ma anche dei sogni nel cassetto : dalla piscina a Is Mirrionis agli “alberi-canestro” per riproporre i playground americani nelle strade cittadine fino al “Villaggio dello sport” a Monte Mixi con tanto di piazza e sala multimediale.
TROPPA BUROCRAZIA Dalla base , nel corso del dibattito, sono emerse anche alcune criticità di cui si è fatto portavoce Andrea Del Pin nella sua veste di delegato della Direzione scolastica regionale. «Troppa burocrazia, soprattutto quando si organizzano eventi per il Comune di Cagliari».
MONDIALI BEACH VOLLEY Nel 2019 Cagliari - ha annunciato Del Pin - ospiterà i campionati mondiali di Beach Volley. Evento che vede in prima fila il Comune. L'appello è che gli organizzatori non vengano strangolati dalle pastoie burocratiche. «Se dobbiamo mettere uno striscione, speriamo che il Comune non ci chieda di pagarci su le tasse».
Paolo Matta