Rigassificatore di Giorgino, il comitato: “Opera pericolosa”
Indossano tute bianche e mascherine per mostrare la pericolosità dell’impianto che potrebbe sorgere a poche centinaia di metri dalle loro case. È la protesta inscenata dalla comunità di Giorgino e gli altri membri del comitato che si oppone alla costruzione del rigassificatore targato Isgas tra il villaggio pescatori e il Porto Canale stamani sotto Palazzo Bacaredda. Non c’è, però, stato l’incontro con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda auspicato dal comitato. Una delegazione di manifestati è stata invece accolta da Elisabetta Neroni, direttrice generale del Comune, a cui è stata consegnata una prima raccolta firme e un documento che illustra le ragioni dell’opposizione al progetto.
“La popolazione non è stata informata dell’intenzione di Isgas di costruire un rigassificatore e un deposito di stoccaggio del GNL a poche centinaia di metri dal villaggio – denuncia Angelo Cremone (Sardegna Pulita). “Si tratta di un fatto inaccettabile – prosegue Marco Mameli (Assotziu Consumadoris), anche perché siamo in presenza di un impianto a rischio di incidente rilevante all’interno di un’area non idonea a causa dell’alto traffico marittimo, della presenza di vincoli ambientali e di numerosi altri impianti nei paraggi”. E aggiunge: “Non ci serve il metano in Sardegna, anche perché abbiamo altre opzioni a disposizione. Il programma di metanizzazione avviato dalla Regione ha il sapore di una nuova servitù: quei finanziamenti siano destinati allo sviluppo di reti intelligenti capaci di garantire maggiori risparmi e maggiore autonomia energetica ai cittadini”.
Nel ‘mirino’ del comitato non c’è solo il Comune di Cagliari, ma anche la Regione. La prossima tappa potrebbe essere proprio Viale Trento, come annunciato dal capo villaggio Carlo Floris.