Politiche 2018, i partiti preparano le alleanze. Zedda possibile candidato
La macchina elettorale per le Politiche del 2018 si è messa in moto, adesso che il Rosatellum bis è ufficialmente la legge con la quale si andrà al voto la prossima primavera, secondo un sistema maggioritario per un terzo (collegi unimominali) e proporzionale per due terzi (collegi plurinominali). La partita delle alleanze si è aperta anche in Sardegna, dove spunta il nome del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, come possibile candidato alla Camera.
Di una possibile, ma ancora tutta de decidere, corsa di Zedda si parla nel Partito democratico perché il Pd dovrebbe stringere un’alleanza proprio col Campo progressista voluto da Giuliano Pisapia e di cui il primo cittadino di Cagliari è co-fondatore (Pisapia e Zedda hanno in comune il passato in Sel ed entrambi vinsero le primarie del centrosinistra per le Comunali del 2011). A Zedda il Pd riserverebbe un posto in un collegio uninominale (sistema maggioritario), dove il nome di ciascun candidato è scritto sulla scheda e per essere eletti fanno la differenza i voti della coalizione. Nei colleghi plurinominali, invece, la preferenza va espressa sul partito, a cui corrisponde una lista bloccata.
Col Rosatellum bis la Sardegna dovrebbe eleggere sei deputati e tre senatori nei colleghi uninominali, mentre in quelli plurinominali i posti in Parlamento dovrebbero arrivare a quota sedici, di cui undici a Montecitorio e cinque a Palazzo Madama. Attualmente l’Isola ha diciotto deputati (col Rosatellum diciassette) e otto senatori (come con la nuova legge elettorale): sono in quota Pd, M5s, Forza Italia, Lista Monti e Cd.
La manovre elettorali sono cominciate anche tra i berlusconiani. Sempre per via del nuovo sistema elettorale, che spinge a formare ampie coalizioni, gli azzurri potrebbe chiudere l’accordo con Riformatori, Udc e Psd’Az. E magari La Base che in Consiglio regionale ha costituito un gruppo insieme ai Quattro Mori. Gli uscenti sono in quota Forza Italia i deputati Bruno Murgia e Paolo Vella e il senatore Emilio Floris, più Mauro Pili (ex Fi) e Pier Paolo Vargiu (Coalizione civica di Monti).
Ma se nel centrodestra non esistono regole sulle ricandidature né limiti di mandato, il problema si sta ponendo nel Pd, dove in Parlamento sono alla seconda legislatura i deputati Siro Marrocu, Caterina Pes, Francesco Sanna e Gian Piero Scanu. C’è poi la questione giudiziaria dei fondi ai gruppi in Consiglio regionale, costata un anno fa il posto da sottosegretaria a Francesca Barracciu. Se il segretario Matteo Renzi dovesse mantenere la regola finora applicata (non sono candidabili i rinviati a giudizio), sarebbe a rischio il senatore Silvio Lai che è nel blocco degli ex consiglieri sotto inchiesta e attende si sapere come andrà a finire la chiusura dell’indagine. Alla prima legislatura sono invece i deputati Emanuele Cani, Marco Meloni, Romina Mura e Giovanna Sanna. Idem i senatore Ignazio Angioni e Giuseppe Luigi Cucca.
Tra gli uscenti sardi del Parlamento e ugualmente accusati di peculato aggravato, figurano pure il deputato Roberto Capelli e il senatore Luciano Uras che sono alleati del Campo progressista, l’uno come quota Cd, l’altro da ex Sel. Capelli e Uras, in vista delle elezioni politiche, nei giorni scorsi hanno incontato a Nuoro il segretario del Pd (leggi qui): sul tavolo l’alleanza in Regione, ma è evidente che Uras e Capelli sono anche al lavoro per ottenere la riconferma a Roma.
Ancora tutto da definire il quadro dei sardi di Mdp-Art1, sempre più lontano dal Pd: al momento l’unico uscente è il deputato ex Sel Michele Piras che dovrebbe incassare la candidatura bis a Montecitorio, mentre per il Senato si fa il nome dell’assessore allo Sport nel Comune di Cagliari, Yuri Marcialis.
Nulla si sa sugli assetti nel Movimento Cinque Stelle che nell’Isola, alle Politiche del 2012, ha eletto quattro deputati (Emanuela Corda, Andrea Vallascas, Nicola Bianchi e Paola Pinna, poi passata col Pd). In Senato ci sono invece Roberto Cotti e Manuela Serra. Quasi sicuramente i candidati grillini saranno scelti con le Parlamentarie sulla piattaforma Rousseau. Ma finora non ci sono comunicazioni ufficiali.
Alessandra Carta
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