Di Ennio Neri 26 ottobre 2017
Ecco la petizione. Una settantina di firme di residenti e commercianti del corso Vittorio Emanuele II (solo del tratto tra via Sassari e via Caprera) per la rimozione della “baracca archeologica”. È il nome che nella zona hanno dato alla recinzione del cantiere per lo scavo della domus romana trovata nel corso all’altezza della sede dell’Ersu, accanto all’incontro con via Sassari.
Secondo commercianti e residenti la recinzione somiglierebbe più “a un accampamento abusivo (recinzione e copertura fatta di lamiere, pannelli in legno, grate di metallo e teloni) che ha causato in due anni danni frenando il flusso commerciale e turistico al tratto del corso tra via Sassari a via Caprera. Questa parte di strada oltretutto è ulteriormente penalizzata dalla recinzione del cantiere per la sistemazione dei sottoservizi che ha “desertificato” il flusso pedonale e commerciale anche nelle giornate in cui il primo tratto della strada (da piazza Yenne a via Sassari) veniva preso d’assalto da migliaia di persone. Sul caso ha presentato un’interrogazione in consiglio comunale Federico Ibba, consigliere comunale dei Centristi per l’Europa e vicepresidente della commissione Lavori pubblici.
I commercianti dovranno però avere pazienza. Il cantiere per lo scavo andrà avanti per il tempo necessario (almeno un anno) alla valorizzazione del sito. La recinzione sarà abbellita. Mentre è possibile che venga liberata l’area di cantiere all’angolo tra via Sassari e il corso per dare un po’ di respiro alle attività commerciali nel periodo natalizio.