Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Riforma delle circoscrizioni: fuoco amico contro la Noli

Fonte: L'Unione Sarda
17 giugno 2009

Il caso. Otto esponenti del centrodestra: «Aberrante»



Iniziativa di Salvatore Mereu (Fi), Alessandro Serra e Francesco Fiori (An), Ettore Businco e Massimiliano Tavolacci (Udc), Aurelio Lai, Paolo Casu (Misto) e Antonello Floris (Centro giovani).
La circoscrizione del mare? «Un capriccio politico aberrante e superficiale». Il risparmio? «Argomento ridicolo». Un pezzo importante del centrodestra in Consiglio comunale boccia senza appello l'ipotesi di riordino dei parlamentini resa nota dall'assessore al Decentramento Daniela Noli e, in una nota, definisce la sua iniziativa «estemporanea», aggiungendo che «si colloca al di fuori del programma della coalizione e non corrisponde alle esigenze della cittadinanza».
Un no senza appello perché «quando si mette mano alla riduzione delle circoscrizioni lo si fa innanzitutto cercando soluzioni che siano aderenti alla realtà e rispettose della storia, della cultura e della tradizioni della città».
FUOCO AMICO A picchiare duro non sono solo esponenti di Forza Italia (Salvatore Mereu), di An (Alessandro Serra e Francesco Fiori), dell'Udc (Ettore Businco e Massimiliano Tavolacci), di Cagliari con Emilio Floris (Aurelio Lai) e del gruppo Misto (Paolo Casu), ma soprattutto Antonello Floris, eletto con il Centro giovani, la lista che fa capo al consigliere regionale Carlo Sanjust e che ha indicato l'assessore Noli. Un'ulteriore conferma della sfiducia nei confronti della responsabile del Decentramento di cui da mesi il suo partito ha chiesto la testa.
GLI ARGOMENTI Per gli esponenti della maggioranza occorre innanzitutto «salvaguardare due identità forti: il centro storico e Pirri. La circoscrizione del centro storico dovrebbe ragionevolmente comprendere la porzione di città inquadrata nel piano particolareggiato e non, secondo l'ipotesi bizzarra prospettata, una annacquata circoscrizione del mare, così favorendo un capriccio politico aberrante e superficiale dal quale sortirebbe un'entità senza identità e incoerente con gli altri atti amministrativi della giunta. Inoltre», proseguono i consiglieri, «la creazione di una maxi-circoscrizione renderebbe più ardua l'elezione di consiglieri rappresentativi di alcune zone meno popolose. Individuati questi due punti fermi, è più semplice definire gli altri confini, se si pensa ad avere quattro circoscrizioni più la municipalità (riducendo il numero di una, non di due). Ove invece si dovessero creare delle maxi circoscrizioni, ciascuna delle quali abbracciasse 1/3 del territorio cittadino, non si potrebbe più parlare di decentramento, ma di un inutile clone del Consiglio comunale. A quel punto sarebbe più coerente eliminarle del tutto insieme all'assessorato al Decentramento». (f. ma.)

17/06/2009