COMUNE.
Nuove panchine, aiuole e pavimentazione: i residenti temono gli atti vandalici
Riapre piazza San Michele Chessa: «Area pedonale, gli ambulanti non sono ammessi»
Polemiche, intoppi, muri contestati e madonnine sparite. Dopo due anni e quattro mesi di chiusura piazza San Michele viene finalmente restituita ai cagliaritani. Le aiuole con il prato verde, il pavimento bianco immacolato, le panchine, i panettoni per evitare l'accesso delle auto, le telecamere a circuito chiuso. In quel grande spazio di fronte alla parrocchia della Medaglia Miracolosa, sul quale vigila la statua di padre Nicola Abbo, ieri mattina è stata celebrata una cerimonia sobria.
CITTÀ SENZA PERIFERIE Per l'assessore comunale ai Lavori pubblici Gianni Chessa è un giorno di festa. Stringe mani, saluta, dispensa consigli. Nel rione è conosciuto da tutti, anche perché ha indossato un duplice abito. La Giunta da due consiliature è sempre la stessa e lui è passato da contestatore (quando era in minoranza) a grande sponsor (ora che è assessore) della piazza e del muro che la separa dalla chiesa. «Abbiamo speso 1,6 milioni di euro, i lavori dovevano durare un anno ma per intoppi vari i tempi sono raddoppiati». Gli interventi non sono ancora conclusi. «Vogliamo sistemare i giochi per i bambini, gli attrezzi per la ginnastica all'aperto, le spalliere e incrementare l'illuminazione». E gli ambulanti? «La piazza è pedonale - precisa Chessa - e va rispettata. Questo pavimento non può sopportare il passaggio dei mezzi». La gente chiede più sicurezza, ha paura che in breve tempo torni il degrado. «È un appello che bisogna girare al sindaco. Abbiamo installato otto telecamere già collegate con la centrale della Polizia municipale. Ma senza la collaborazione di chi frequenta la piazza non c'è videosorveglianza che tenga».
IL MURO DELLA DISCORDIA Anche il muro che separa la chiesa dalla piazza sembra meno brutto. Sarà per il quarzo che ha abbellito la facciata, sarà perché inglobato in un bel contesto. «Prima era davvero orrendo», conferma Pino Pisu. «Sarebbe bello se venisse riportato il disegno della cupola. Un accorgimento per renderlo più simpatico . Così sembra il muro del pianto », ribatte Vittorio Cambedda. Sulla stessa linea Maria Pinna, 82 anni, di Sestu, ma da tempo residente nel rione. «La piazza è bella, l'importante è che venga rispettata». Anche padre Carlo, uno dei religiosi della parrocchia, si è messo l'anima in pace. «Il nostro progetto prevedeva una scalinata. Ora c'è un muro: va bene lo stesso».
GLI AMBULANTI Chessa è chiaro: mai più ambulanti. Ma allora che fine farà chi da anni vende la sua merce in piazza San Michele? «Sono disposto a pagare il suolo pubblico», dice Jonata Puzzoni. «L'importante è che ci facciano lavorare. Una cosa è certa: se in piazza non entriamo noi non deve entrare neanche la Coldiretti». Efisio Sanna ha sistemato due assi dove poggiare le cassette di frutta e verdura sul marciapiede di via Is Mirrionis. «Chiediamo una sistemazione, qui non possiamo più stare». L'ambulante fa una proposta: «Perché non ci danno un spazio in via Bosco Cappuccio?». Anna Puddu, presidente della commissione Lavori pubblici: «Faremo un censimento. Vogliamo capire chi sono i regolari e coinvolgerli nella valorizzazione dei mercatini tipici.
LA MADONNINA Più che il muro, a scatenare la curiosità dei residenti e dei fedeli è la sorte della statua della Madonna. «Che fine ha fatto, quando verrà rimessa al suo posto»? A sciogliere il mistero è padre Carlo. «La madonnina è in fase di restauro e presto verrà sistemata dove è sempre stata».
Il Comune vuole puntare su quartieri un tempo periferici. «La nuova centralità apre a prospettive sociali ed economiche che dobbiamo sfruttare proseguendo nella riqualificazione urbana e la cura degli spazi comuni», afferma il consigliere comunale Matteo Massa.
LUCI E OMBRE Federico Ibba, vicepresidente commissione Lavori pubblici e rappresentante dell'opposizione, mette in evidenza luci e ombre della nuova piazza. Soprattutto su caditoie e pendenze che potrebbero essere la causa di allagamenti in caso di acquazzoni e per la scarsa presenza di verde e aree ombreggiate.
Andrea Artizzu