Il piano dopo la censura dell'Anticorruzione. Ramazzotti: «Definita la platea degli azionisti» Abbanoa, più potere ai Comuni Stanziati 48 milioni: serviranno a dare un ruolo a 35 municipi
Dopo la censura dell'Autorità nazionale anticorruzione, che con una delibera firmata dal presidente Raffaele Cantone ha ammonito la Regione di condurre una “gestione irregolare” di Abbanoa, ieri pomeriggio è arrivata la decisione dell'assemblea dei soci del gestore del servizio idrico che dovrebbe risolvere il conflitto tra Regione e Anac.
LA NOVITÀ L'assemblea dei soci di Abbanoa, infatti, ha votato la fine della fase di capitalizzazione prevista nel piano di ristrutturazione approvato dall'Unione europea e ha deciso di destinare 48 milioni di euro ai 35 Comuni non soci di Abbanoa che avranno così la possibilità di entrare nella compagine societaria pagando poco più di 1 euro per un'azione. «Si tratta di un passaggio importantissimo», spiega l'amministratore unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti, «perché adesso la Regione avrà la possibilità di definire la platea dei suoi soci per poi cominciare il trasferimento delle quote, riequilibrando la sua presenza in Abbanoa», proprio come aveva chiesto l'Anac.
LA VICENDA L'Autorità anticorruzione aveva fatto notare che la Regione non rispettava la disciplina che regola l'attività delle società in house, dal momento che Egas, l'autorità di governo d'Ambito della Sardegna, non poteva esercitare il controllo analogo sugli atti di Abbanoa e non aveva voce in capitolo sulle nomine degli amministratori perché è la Regione (con il 68,11% delle partecipazioni, da ieri salite al 70% per effetto della capitalizzazione da 10 milioni) a decidere. Le amministrazioni comunali che partecipano ad Abbanoa non hanno così poteri in grado di influenzare gli obiettivi strategici e le decisioni rilevanti. Secondo l'Anac, quindi, i Comuni pur essendo soci della più grande compagnia in house dell'Isola non contano nulla e sono costretti a subire ogni scelta malgrado la legge li coinvolga pienamente anche nel potere di vigilanza. Da qui, l'invito di Anac affinché la Regione conduca una revisione delle gerarchie di potere nel sistema idrico integrato della Sardegna, e la sua partecipazione scenda sotto quel 49% che la stessa Regione aveva previsto nel 2005 quando, con legge regionale, istituiva Abbanoa.
LA SVOLTA DI IERI Dunque, e questo è uno dei passaggi che la Regione ha trasmesso all'Anac, «una partecipazione superiore al 49% è comunque temporanea», ed è figlia della capitalizzazione che da ieri ha portato la Regione al 70%. Un paradosso? No, «perché la capitalizzazione era un'operazione fondamentale per risanare un'azienda che aveva debiti e che adesso è in salute», spiega l'amministratore unico Ramazzotti, «e perché consentendo ai 35 Comuni non soci di entrare nella compagine azionaria, dando a questi la possibilità di aderire, si completerà la platea degli azionisti e da quel momento la Regione potrà cominciare a ridurre le sue quote, ridistribuendole tra i soci».
NON SARÀ UN'OPERAZIONE VELOCE L'Anac ha dato 90 giorni di tempo alla Regione per mettersi in regola. Ma l'intera operazione potrebbe richiedere più tempo. Nel frattempo «una soluzione ci sarebbe», afferma Ramazzotti. «Uno strumento per riequilibrare potrebbero essere i patti parasociali, che regolano i rapporti tra i soci diversi da quelli azionari. Poi spetta alla Regione trovare un percorso in accordo con i Comuni».
Mauro Madeddu