CITTÀ METROPOLITANA.
L'ex sindaco di Quartu agli arresti domiciliari per presunte tangenti
Galantuomo perde la poltrona Manca solo l'ufficialità, sarà revocata la delega alla Trasparenza
Davide Galantuomo non sarà più il delegato alla Trasparenza della Città metropolitana. Il suo incarico, formalmente non ancora revocato, ha le ore contate: nei prossimi giorni, forse già oggi, potrebbe arrivare la sospensione dall'incarico (e anche dal ruolo di consigliere metropolitano e consigliere comunale di Quartu) in base alla “legge Severino”. La notizia è rimbalzata lunedì nel corso della seduta nell'aula di piazza Palazzo. «Proprio per questo», spiega il sindaco Massimo Zedda, «non ho revocato la nomina in attesa dell'atto ufficiale».
LA VICENDA Galantuomo si trova attualmente agli arresti domiciliari per un presunto giro di mazzette legate alla realizzazione di un impianto di energia rinnovabile a Ottana. Entro sabato il Tribunale del riesame deciderà se scarcerarlo, ma in base alla “Severino”, il fatto di essere destinatari di una misura di prevenzione non definitiva per specifici reati comporta la sospensione.
L'ITER Resta solo da attendere il provvedimento ufficiale che, emanato dalla Procura, arriva in prefettura da dove viene poi girato all'ente competente (in questo caso, il Comune di Quartu). Poi dal Municipio quartese sarà fatto arrivare, a sua volta, alla Città metropolitana. Un iter complesso e complicato da ulteriori intralci: il passaggio dalla Procura alla prefettura sarebbe avvenuto con la posta ordinaria.
IL SINDACO Il sindaco Zedda, si diceva, non gli ha revocato la nomina. «L'avrei fatto se fosse stata una delega con potere di firma, operativa. In questo caso non serviva farlo, visto che il suo unico compito è il controllo degli atti della maggioranza». Una nomina che, in realtà, aveva già fatto storcere la bocca. «Inizialmente avevo indicato il consigliere del M5S ma lui non ha accettato. E ho scelto Galantuomo visto che, da ex sindaco della terza città dell'Isola, conosce la macchina amministrativa». Il futuro? «Mi auguro che Galantuomo dimostri di essere estraneo ai fatti. Comunque, se dovesse rientrare, per opportunità non nominerò più lui».
I CONSIGLIERI Nessuna sorpresa tra i membri dell'aula. «Mi dispiace umanamente per lui», dice Stefano Schirru di Forza Italia. «e spero che la vicenda si risolva al più presto. La “legge Severino” non è certo garantista ma capisco che venga applicata se si tratta di reati legati alla pubblica amministrazione». Schirru trae anche una lezione: «Quando si fa politica, occorre essere attenti e circondarsi di collaboratori che siano più bravi del politico stesso». Il vicesindaco della Città metropolitana Fabrizio Rodin (Pd) ragiona da amministratore e da avvocato. «La sospensione», afferma, «è un atto dovuto. Vista la mia professione, sono un garantista, per me vale sempre la presunzione di innocenza: aspetto di sapere se ci sarà il rinvio a giudizio e, allo stesso tempo, spero per lui che la Procura si sia sbagliata».
IL PARTITO La vicenda delle presunte tangenti crea imbarazzo, in particolare, nei “Centristi per l'Europa”, il partito recentemente fondato da Pier Ferdinando Casini e al quale Galantuomo ha aderito pochi mesi fa. «Gli sono umanamente vicino», dice il coordinatore regionale Federico Ibba, «e mi auguro che dimostri la sua estraneità». È un fulmine a ciel sereno. «Non ho mai avuto il benché minimo dubbio anche perché, a detta di tutti, è stato un ottimo amministratore dell'Ente acqua Sardegna». Sentir parlare di tangenti lo fa rabbrividire. «Occorre gestire correttamente i soldi pubblici: io, per esempio, ho scelto di usare il mio telefono anziché quello che ho avuto in dotazione come consigliere comunale di Cagliari».
Marcello Cocco