Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tra ricordi e nostalgia, la città rivive la sua dolce vita attraverso l'obiettivo del reporter

Fonte: L'Unione Sarda
11 giugno 2009

Fotografia.



Quelle poche automobili che attraversano il Largo fra la Rinascente e il Palazzo civico, quelle vetture tranviarie, quel Giardino pubblico ammantato di neve, quelle Gemelle Kessler che cantano al Lido… Un altro secolo, così vicino e così lontano. Sono i favolosi anni Sessanta di Cagliari, ricordi nostalgici per chi li ha vissuti, immagini sfumate nelle ombre di una memoria resa sempre più nebbiosa dal trascorrere dei decenni. Domenico Manca ce le restituisce adesso, quelle immagini, ripescandole dal suo archivio in bianco e nero: era un giovane fotoreporter che viveva sulla strada più che a casa, alla rincorsa di momenti magici da catturare per i giornali e per le generazioni future.
Chi ha visto la ricostruzione di una città abbattuta dalla guerra, chi ne ha seguito lo sviluppo convulso, chi ha sentito racconti e canzoni di nonni e genitori, può andare subito a riscoprire (o scoprire) quella Cagliari, ricomparsa come un incanto nella galleria di foto allestita nel Teatro Massimo - anche lui ricomparso quando ormai le sue passate glorie si confondevano nel dedalo dei nostri meandri mnemonici.
Frammenti di quella Cagliari. Luoghi di svago e di cultura, scorci urbani, personalità politiche, divi dello spettacolo, figure destinate alla piccola e grande storia passate anche qui, sotto migliaia di occhi pronti a dimenticare ma anche davanti a un obiettivo pronto a fermare l'attimo. Mina e Tony Dallara scendono insieme la scaletta del Viscount Alitalia appena atterrato ad Elmas. Elisabetta II d'Inghilterra alla Darsena sopra una cornice di folla che vorrebbe vederla più da vicino. Il pubblico stipato al massimo in un Massimo attrezzato per l'unica Canzonissima in diretta da Cagliari: con una straordinaria sfilata di celebrità della musica leggera e del varietà. Modugno mostra la classifica dei vincitori (la sua "Uomo in frac" è terza). Delia Scala, Paolo Panelli e Nino Manfredi indossano costumi sardi. Ecco Celentano e Dorelli, Gorni Kramer e Tony Renis, Jula De Palma, Wilma De Angelis, Betty Curtis, Fausto Cigliano, il Quartetto Cetra. E i più anziani Rabagliati e Latilla. Gli immancabili Mike Buongiorno ed Enzo Tortora. Com'erano giovani, tutti, e anche noi.
La rassegna di quel che fu (settanta fotografie pescate quasi casualmente fra centinaia di altre) parte dal 1958 per abbracciare una sintesi quarantennale che celebra momenti di quotidianità, di sereno divertimento e di alta scena. Come le ragazze in tutù che offrono il fascino della danza classica sulle gradinate rocciose dell'Anfiteatro romano, il cui palco è riservato agli irraggiungibili miti Carla Fracci e Rudolph Nureyev. Sempre lì, anni dopo, Katia Ricciarelli interpreta Norma e Traviata. Uno scatto improvviso per Giusi Devinu, fermata nello sguardo sorpreso che ce la conserva in tutta la sua vivace bellezza. Pare di sentirne l'indimenticabile voce.
È una foto (scattata 25 anni fa all'Auditorium del Conservatorio) che basterebbe da sola a rivelare il talento professionale di Domenico Manca, reporter visivo capace di ricavare forza espressiva da un clic, raccontare un momento di realtà con il linguaggio dell'immediatezza, cogliere all'istante le fuggevoli luci e ombre sulle quali si ritaglia la persona, descrivere un contesto nell'estemporaneità del suo insieme e dei dettagli. Così, nella repentinità di un gesto o di un'espressione, prendono vita la frenetica Liza Mannelli, il trascinante Berry White, la paciosa Regina Madre, il tranquillo Aligi Sassu (colto nell'83 con Gianni Agus e un'ancor giovanissima e bruna Simona Izzo).
La mostra al teatro Massimo (curata da Annamaria Cabras con la collaborazione di Giorgio Miceli e Tiziana Ciocca, ingresso in via De Magistris) è visitabile fino al 16 giugno. Fra i personaggi momentaneamente restituiti alla visibilità pubblica troviamo il presidente Gronchi affacciato al balcone del Municipio con Efisio Corrias, Madre Teresa di Calcutta con l'arcivescovo Canestri, l'Aga Khan assieme al sindaco De Magistris, i pontefici Paolo VI in via Roma e Giovanni Paolo II a Bonaria, il presidente Cossiga accompagnato dal sindaco Giua nella giornata inaugurale del Teatro Civico. Qui siamo ormai nel '93, quando il fotografo ha 45 anni di scatti alle spalle.
Cagliaritano di Villanova, durante la guerra il sedicenne Domenico Manca affrontò la crisi dandosi da fare come operaio al porto. Nel 1948 gli regalarono una macchina fotografica a soffietto comprata a Parigi: cominciò a giocare, quindi a interessarsi e appassionarsi, finché l'amore per il reportage divenne lavoro. Ingaggiato in un'agenzia cittadina (Mario Giraldi nel Corso), collaboratore di agenzie internazionali (Ansa, Bbc), trovò riconoscimento professionale anche alla Regione, dove creò l'ufficio di documentazione. Ma non ha mai cessato collaborare con agenzie fotografiche e giornali (Associated Press, Settimana Incom, Tempo, Gazzetta dello sport, Guerin sportivo, Corriere dello sport). Ancor oggi, ottantenne, traffica con grandangolari, teleobiettivi, esposimetri, pulsanti e filtri. Conosce le moderne digitali, ma continua a divertirsi con la meccanica fotografica di un tempo, che rende un più autentico effetto di realtà. Anche in bianco e nero.
MAURO MANUNZA

11/06/2009