Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Santa Gilla, la rinascita bloccata Inutilizzati i 2,5 milioni per riqualificare gli edifici abbandon

Fonte: L'Unione Sarda
21 settembre 2017

Fondi a rischio, la rabbia dei pescatori. La Regione: «Attendiamo le iniziative del Comune» Santa Gilla, la rinascita bloccata Inutilizzati i 2,5 milioni per riqualificare gli edifici abbandonati 

Tutto fermo, tutto (quasi) da rifare. A cominciare dal progetto di riqualificazione dei vecchi edifici costruiti negli anni Ottanta e mai utilizzati. E mentre i pescatori di Santa Gilla attendono in trepidante attesa la consegna dei caseggiati di Sa Illetta per cambiare rotta e trasformare la laguna in un vero compendio di pesca e allevamento, ma anche in un immenso laboratorio di educazione ambientale, Comune e Regione procedono a rilento.
I RITARDI Dopo trent'anni di insopportabile ritardo, recuperare il tempo perduto con una accelerata improvvisa era la vera speranza di chi in laguna lavora. Non è accaduto. E così i due milioni e mezzo di euro trasferiti dalle casse di viale Trento a quelle di via Roma (in effetti erano tre, i milioni, 500 mila dei quali destinati alla realizzazione, in viale Europa, del punto di osservazione su Molentargius) rischiano di andar persi nei meandri della burocrazia.
IL DIRIGENTE Commenta amaro il presidente del Consorzio ittico, Emanuele Orsatti: «È assurdo che nonostante i programmi, le idee, le promesse, qui non si muova foglia. Sappiamo che il funzionario comunale che stava seguendo la pratica è stato trasferito e oggi si occupa d'altro, ma non può essere questo un motivo valido per affossare o comunque ritardare un'iniziativa da oltre due milioni».
GLI OPERATORI Il Consorzio che a Santa Gilla gestisce l'attività di pesca su concessione della Regione e che sta cercando di migliorare il proprio fatturato (ha aumentato il numero delle buste paga, arrivate a 220, regolarizzando un bel gruppo di irregolari che operavano abusivamente in laguna) ha chiesto un incontro urgente al sindaco Massimo Zedda. «Rimettere in sesto i laboratori di biologia e lo schiuditoio delle arselle mettendoli a disposizione delle Università di Cagliari, Sassari e del Cnr per programmi di ricerca legati alle produzioni della laguna è per noi fondamentale, il vero obiettivo da raggiungere. Da oltre un anno proprio il Dipartimento di Ponte Vittorio sta studiando e coltivando, in altri spazi del Consorzio ittico, i ricci di mare. Un importante progetto di ripopolamento che sta dando risultati importanti. Ecco, proprio questo si dovrà fare in quegli edifici costruiti alla fine degli anni Ottanta, subito abbandonati e mai utilizzati», spiega Orsatti.
IN MUNICIPIO «Avevamo fatto tutti gli atti propedeutici richiesti dalla convenzione con la Regione. Inizialmente si era pensato di sfruttare parte dei fondi per riqualificare il caseggiato di Terr'e Olia, che però ricade nel versante di Santa Gilla su cui ha competenza Assemini. Quei soldi assegnati a Cagliari non potevano certo essere usati per un altro Comune. Così abbiamo chiesto di poterli concentrare sulla sistemazione degli edifici di Sa Illetta, compreso l'ex museo della laguna», spiega l'assessore all'Urbanistica, Francesca Ghirra: «Questo ha comportato una modifica dei programmi. Adesso siamo nella fase dello studio di fattibilità e abbiamo già attivato la nuova programmazione». La Giunta per questo dovrà firmare una nuova delibera per modificare la convenzione. Lo spostamento dei finanziamenti regionali sui laboratori e lo schiuditoio di Sa Illetta necessita di atti ufficiali. Solo allora Regione, Comune e Consorzio potranno sedersi intorno al tavolo per dare il via libera al progetto definitivo.
L'ASSESSORATO «Dopo le interlocuzioni intercorse fino a pochi mesi fa, siamo in attesa di ulteriori azioni che competono al Comune», spiegano all'assessorato dell'Agricoltura guidato da Pier Luigi Caria, che ha dirette competenze sulla pesca. Insomma, solo dopo l'intervento dell'amministrazione comunale si potrà avviare un accordo di programma fra gli assessorati regionali competenti, il Cacip (proprietario delle aree) e il Municipio per la valorizzazione delle strutture abbandonate, dove ancora si trovano gli impianti costati parecchi milioni. È qui che, oltre ai laboratori di ricerca legati alla produttività, saranno allestiti i punti informativi e di noleggio delle biciclette. «Mentre nell'ex museo della laguna», conclude Emanuele Orsatti, «si potrebbe allestire il centro di ittiturismo per il consumo dei nostri prodotti».
Andrea Piras