Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Isola meravigliosa, parola di stranieri

Fonte: La Nuova Sardegna
26 maggio 2008

SABATO, 24 MAGGIO 2008

Pagina 5 - Sardegna



Invito della Regione a 180 operatori turistici




UMBERTO AIME
________________________________________

CAGLIARI. La terza edizione del Tti Sardegna (travel and trade, viaggi in vendita) è una borsa del turismo meno caotica della Bit di Milano. Per fortuna. Alla Fiera, non c’è concorrenza. I venditori sono centoventi, da Olbia fino Villasimius, alberghi e compagnie aeree. Tutti lavorano in esclusiva. Fuori a far la fila c’è il resto del mondo: dal Brasile al Giappone, dagli Stati Uniti alla Germania. Oltre gli italiani.
L’assessore regionale al Turismo, Luisanna Depau, si gode la babele di razze e lingue. Centottanta gli operatori turistici invitati, spesa prevista per il workshop seicentomila euro. «Soldi spesi molto, molto bene», dice dopo aver annunciato dal palco che “sarà una stagione eccezionale per la Sardegna”. E questa volta fa sapere che nulla è stato lasciato al caso: «Abbiamo messo assieme l’identikit del turista perfetto. Sappiamo che il nostro ospite è soprattutto italiano, di età compresa fra i venticinque e i quarantaquattro anni, con una spiccata preferenza per le seconde case e quindi spesso sfugge alle statistiche di fine estate, durata media delle vacanze dai sei agli otto giorni». Italiani d’accordo, e gli stranieri? «Tedeschi, britannici e svizzeri sono ai primi tre posti. In aumento russi e ucraini. Speriamo che aumentino gli americani grazie alla nostra missione in America e dopo il soggiorno a fine settembre di trecento tour operator degli Stati Uniti. Poi quest’anno c’è anche un possibile acquirente giapponese e ospitiamo diversi buyer brasiliani. Posso anticipare anche un forte interessamento dall’India». Tra i box del Tti 2008 non c’è ancora nessuno di New Delhi, arriveranno, per adesso l’assessore fa gli onori di casa ai presenti. «La più grande soddisfazione di questi anni?», si chiede Luisanna Depau, per rispondersi subito: «Scoprire che la Sardegna non è più un’isola fantasma. Da una parte all’altra del pianeta ora sanno dove siamo in Europa, in Italia, nel Mediterraneo». In Sud America si devono essere fatti un’idea tutta loro di quella che a Brasilia conoscono come “l’impronta di Dio che galleggia sull’acqua”, perché un tour operator carioca dice, con entusiasmo: «Questa è l’isola dell’amore. Qui voglio organizzare i viaggi di nozze della nostra migliore gioventù». Paragonata alle Seychelles, per la Sardegna è davvero cominciata una nuova stagione. Qualcosa è cambiato e lo si legge anche sui volti di chi offre soggiorni negli hotel a cinque stelle o nell’albergo diffuso con contorno di passeggiate a cavallo e trekking nel Supramonte. Alla Borsa del turismo di Milano non erano mancate le polemiche e le accuse: da una parte la Regione, dall’altra l’associazione degli albergatori, in mezzo le solite e contraddittorie cifre di fine anno su presenze e arrivi. Qui offerta e domanda si incontrano senza frizioni, anche l’assessore non incrocia sguardi minacciosi nei duemilasettecento metri quadri del Padiglione C, forse perché i venditori sono stati invitati (centoventi adesioni su duecento proposte) e forse perché gli stranieri non hanno sborsato un soldo, conferma il portavoce del Ttg Italia, che organizza qualcosa di simile a Rimini. Ma gli stranieri di ventotto paesi si vede che non sono in viaggio di piacere: instancabili, in una giornata, entrano ed escono dai banchetti, con al seguito almeno due trolley, gonfiati a depliant, dvd e tutto quello che può fare promozione, compreso un insolito telecomando rosso, gadget di una compagnia aerea. Tra i più intraprendenti i russi, subito dopo gli ucraini: dopo aver scoperto le ville della Costa Smeralda e le beauty farm di Santa Margherita, adesso sono incuriositi dai misteri della Barbagia. «Che bei posti, non ci sono solo le spiagge», è il commento di chi s’è appena presentato come tour operator moscovita e scoperto il fascino dei murales di Orgosolo. La Sardegna si vende bene, sempre meglio, all’Est, ma anche all’Ovest e senza bisogno di campagne pubblicitarie milionarie. Per la verità, una doveva esserci poi si sa com’è finita: la gara contestata, l’inchiesta della magistratura, la seconda classificata che diventa prima. Luisanna Depau sull’argomento fa spallucce: «Ci siamo arrangiati bene lo stesso. Non abbiamo perso una fiera europea e siamo stati anche dall’altra parte del pianeta». Compreso il Giappone, e presto l’India.