VIALE REGINA ELENA. Il sindaco ha inaugurato ieri la nuova targa intitolata ai due intellettuali
Omaggio della città ai fratelli giornalisti Peppino e Vittorino
Il giardino dei Fiori, semplicemente per tutti i cagliaritani. Quel Giardino sotto le mura del Terrapieno, così pieno di ricordi per loro, familiari e professionali, conserverà per sempre i nomi di Peppino e Vittorino, fratelli uniti dalla passione del giornalismo e ora anche da questa targa bianca, eretta tra le sculture di Pinuccio Sciola. «Che papà ha molto amato», rivelano le figlie di Vittorino, Cristina e Manuela che, insieme ai cugini Simonetta e Enrico raccolgono una delle eredità lasciate dai loro padri: il “Giardino F.lli. Giuseppe e Vittorino Fiori”.
LA CERIMONIA Luogo carico di significato, a pochi passi dalla sede storica dell'Unione sarda («primo amore per zio Peppino e per papà l'amore di una vita») e da via Sulis, dove ha vissuto la famiglia Fiori (ieri c'erano le tre sorelle Maria, Nevina e Teresa). Ieri pomeriggio, prima ancora che il drappo rosso scoprisse l'insegna di marmo (gesto solenne affidato a quattro emozionatissimi nipoti), c'erano tanti cagliaritani nell'area verde sotto le mura del Bastione, chi per un omaggio affettuoso all'amato scrittore di Sonetàula , chi per ricordare il maestro di giornalismo. A entrambi, ognuno dei presenti - a partire dal sindaco Massimo Zedda, dal consigliere comunale Davide Carta, che si è adoperato per l'intitolazione, al senatore Luigi Zanda - ha rivolto un pensiero, una dedica, un ricordo. «Due grandissimi giornalisti», dice Gianni Filippini, presente in rappresentanza dell'Unione Sarda nella veste di direttore editoriale. «Sono stati loro, col direttore Crivelli - racconta - a convincermi a fare il giornalista. Poi Peppino ha scelto la ribalta nazionale, mentre Vittorino ha dato tutto se stesso al giornale, stando al mio fianco quando sono diventato direttore nel 1977».
I RICORDI L'uno, Peppino, giornalista (all'Unione, alla Rai dove fu vicedirettore del Tg2, a Paese Sera come direttore) e scrittore, l'altro, Vittorino, per tutti il “professore”, storico capo della cronaca di Cagliari a L'Unione Sarda. Severo, autoritario ma tanto amato dai suoi allievi-giornalisti, diventati altrettante firme autorevoli, molti ieri presenti. Vittorino era il «maestro in una scuola-famiglia», è il ritratto che ne fa Giacomo Mameli ricordando quegli anni, '60-'70 e '80, ai tempi di Vittorino Fiori, con Tarquinio Sini, Arturo Clavuot, Mauro Manunza e i compianti Giorgio, Melis e Pisano.
ANEDDOTO E se li ricorda bene anche Maria Paola Masala, prima donna giornalista all'Unione Sarda, nonché unica donna passata sotto le sue grinfie: «Osai fargli un'obiezione. Fu quando mi disse: in 5 anni farò di te un giornalista. Una giornalista, professore. E lui: i giornalisti non hanno sesso. Sapeva essere sarcastico, quando chiedeva al nerista il colore dei guanti del ladro. Era il suo modo di dirci che occorre controllare le notizie».
Carla Raggio