Il presidente del Cagliari 2000 vuol ritirare la squadra dal campionato La battaglia del calcio a 5
per giocare in campi al chiuso
Il presidente del Cagliari 2000 si vuole dimettere e ritirare la squadra dal campionato di serie B di calcio a 5. La San Paolo, stesso torneo nazionale, stringe i denti e spera di poter finalmente effettuare gli allenamenti in uno dei due palazzetti cittadini. La Jasnagora femminile è emigrata a Sestu, e si arrangia per la preparazione in vista dell'inizio della serie A2 nelle strutture di Elmas e nella spiaggia del Poetto. Il Futsal Futbal Cagliari spera di poter esordire nel campionato di A femminile al PalaConi il 24 settembre. Gli umori delle società cagliaritane di calcio a 5 che devono affrontare i tornei nazionali sono sempre più neri: i due palazzetti comunali, PalaConi e la struttura di via Monte Acuto, sono ancora chiusi. Qualcosa sembra muoversi in questi giorni: il Comune sta per riaprire gli impianti anche se in forte ritardo. Ma il calendario per il loro utilizzo - tra allenamenti e gare ufficiali - non piace. E non mancano le polemiche.
LE DIMISSIONI Il Cagliari 2000, dopo aver conquistato la storica promozione nel campionato nazionale di serie B, potrebbe non partecipare al torneo. «Ho dato le mie dimissioni. Non avevo altre possibilità», sbotta il presidente Efisio Pilleri. La società cagliaritana da quindici anni utilizza l'impianto comunale di via Monte Acuto, a San Michele. «Abbiamo fatto un'impresa sportiva e ci siamo impegnati per affrontare un campionato nazionale difficile come quello di serie B. Il Comune non ci ha permesso di programmare la stagione perché i due palazzetti sono ancora chiusi. Non ci possiamo allenare se non utilizzando strutture private e quindi costose. A poche settimane dall'inizio del campionato non sappiamo ancora nulla: ci sono promesse e ipotesi. Una situazione incredibile». Sotto accusa il Comune, e in particolare l'assessorato allo Sport: «Da un mese cerco il dialogo», aggiunge il presidente del Cagliari 2000, «ma non trovo risposte. Adesso forse faranno un calendario con i turni per l'utilizzo dell'impianto di via Monte Acuto: ma non c'è stato alcun rispetto di anzianità e di campionati che devono essere affrontati. Abbiamo cinquanta tesserati e facciamo attività sportiva e sociale per tutto l'anno con grandi sacrifici. Se le istituzioni non ci aiutano tutto diventa difficilissimo».
NIENTE ALLENAMENTI Il Cagliari 2000 in queste settimane ha iniziato la preparazione in impianti privati all'aperto (in erba sintetica) e nella spiaggia del Poetto. «Forse», commenta l'allenatore Ivan Paderi, «ci verrà concesso il palazzetto di via Monte Acuto durante la settimana dalle 17,30 alle 18,30. Un'ora al giorno di allenamento per affrontare un campionato nazionale. Non è uno scherzo: è la realtà». Inoltre con la struttura di via Monte Acuto chiusa la società non ha potuto recuperare diversa attrezzatura sportiva che si trovava in uno stanzino.
LE ALTRE Anche la San Paolo ha iniziato la preparazione usando campi privati e girando per tutto l'hinterland. «Ci sono delle difficoltà», conferma l'allenatore Nicola Barbieri, «inutile nasconderlo. Ora aspettiamo la delibera provvisoria per poter usare il palazzetto di via Monte Acuto e poterci allenare lì in queste settimane. A ottobre, come ci ha comunicato l'assessore, dovremmo avere a disposizione il PalaConi. Speriamo sia davvero così altrimenti l'annata diventerebbe davvero tutta in salita». Le società di calcio a 5 nel mese di agosto hanno potuto far poco: «Gli uffici dell'assessorato allo Sport erano praticamente chiusi», ricorda Barbieri. «Non è stato possibile programmare quasi nulla». C'è chi si è già rassegnato: «Una situazione folle», è il parere di Rino Monti, allenatore della Jasnagora femminile. «Ci sono due palazzetti e sono chiusi. Noi siamo emigrati a Sestu e per gli allenamenti chiediamo ospitalità al comune di Elmas o andiamo al Poetto». Il 24 settembre inizierà il torneo di serie A femminile. E il Futsal Futbal Cagliari non ha ancora la certezza matematica di poter giocare al PalaConi. Situazione denunciata una settimana fa anche da Luca Fadda, consigliere sardo della divisione nazionale di calcio a 5, e al centro di un recente incontro con il presidente nazionale della divisione, Andrea Montemurro.
M. V.