Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mi scappa la pipì: che fare? In centro pochi i gabinetti pubblici, assalto a bar e ristoranti

Fonte: L'Unione Sarda
30 agosto 2017

Gli esercenti: «Un'ordinanza ci obbliga a mettere a disposizione di tutti i nostri bagni»

Mi scappa la pipì: che fare? In centro pochi i gabinetti pubblici, assalto a bar e ristoranti 

Fino agli anni '60 erano parte integrante del paesaggio urbano. Sotto la Torre dell'Elefante o in piazza Yenne facevano bella mostra con le loro paratie liberty in ghisa poi sostituiti da quegli orribili autopulenti passati a miglior vita nel giro di pochi anni e scomparsi dalla circolazione. A Cagliari i gabinetti pubblici, o i vespasiani di antica memoria, sono ormai reperto di archeologia urbana.
EMERGENZA Tutta colpa della prostata? «Non direi, perché sono soprattutto donne» - dice Mirko Carta, esercente nel quartiere di Stampace alto,a due passi dalla centralissima piazza Yenne - «a chiedere di utilizzare il bagno.Un tempo la richiesta veniva camuffata con un'ordinazione, magari un bicchiere d'acqua. Adesso è quasi sempre una richiesta esplicita». Anche perché un'ordinanza comunale obbliga ristoratori e baristi a mettere a disposizione della clientela, anche occasionale, i propri servizi igienici
TURISTI Domanda che aumenta con l'invasione di turisti nelle strade del centro storico. «Da quando l'ascensore è guasto la richiesta è molto diminuita» - afferma uno dei due dipendenti comunali del bagno pubblico di fianco al mercato di Santa Chiara - «però è un servizio apprezzato anche perché, oltre questo di Stampace, non c'è un altro bagno pubblico da qui al Castello».
I RESIDENTI A lamentare l'assenza di bagni pubblici sono anche i residenti delle strade dello shopping e della movida. «La scalinata di Sant'Anna o la piazza Yenne, come tanti altri angoli della città vecchia», dice un abitante della via Azuni, «dalla sera fino a notte tarda si trasformano in orinatoio pubblico, quando non di peggio. E qui parliamo di giovani e giovanissimi, non certo di anziani che devono fare i conti con problemi di incontinenza. Forse una serie di bagni chimici potrebbe - se non altro - evitare lo scempio che ogni mattina, soprattutto nel fine settimana, puntualmente si ripropone».
LATRINE ALL'APERTO Portoncini di ingresso, zone riservate ai cassonetti, aiuole, sagrati delle chiese, piazzette: sono queste le alternative ai vecchi vespasiani per il popolo della notte. Ma non solo. «Capita di frequente, e non solo nelle ore notturne», dice ancora l'impiegata di uno studio notarile del Corso, «di assistere a queste scene poco simpatiche di chi fa la pipì nell'angolo della strada o dietro i cassonetti. Purtroppo ci stiamo facendo l'abitudine e nessuno più si indigna o denuncia la cosa alle autorità competenti».
DECORO URBANO «Contro inciviltà e maleducazione poco possiamo fare», afferma Claudia Medda, assessora comunale al Decoro urbano, «mentre abbiamo sistemato in piazza del Carmine una serie di bagni chimici e avviato alla Marina un programma di lavaggio delle strade che estenderemo a tutto il centro storico».
Paolo Matta

In piazza Yenne uno dei vespasiani (a sinistra nella foto) che hanno resistito sino agli anni '60. Elemento di arredo urbano, con la classica copertura, sparirono dal centro per essere sostituiti dai più moderni autopulenti , a loro volta poi rimpiazzati dai bagni chimici .

Sotto il Bastione di San Remy, in piazza Costituzione, uno degli storici bagni pubblici del centro città. Viene utilizzato soprattutto da turisti diretti al Castello. «Ma l'Amministrazione», dice l'assessora Medda «potenzierà il servizio con la creazione di nuovi servizi igienici».