Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ormai questa è casa nostra» Sempre più profondi i legami con le famiglie “affidatarie”

Fonte: L'Unione Sarda
1 agosto 2017

DOPO CHERNOBYL.

Arrivato all'aeroporto di Elmas il quarto gruppo di bambini bielorussi «Ormai questa è casa nostra» Sempre più profondi i legami con le famiglie “affidatarie”


La parola d'ordine è “continuità”. Nonostante siano trascorsi 31 anni da quell'immane tragedia (era il 26 aprile 1986 quando esplose la centrale nucleare di Chernobyl) il ponte Sardegna-Bielorussia non si è mai interrotto. Anzi. «Se ci riferiamo a regioni ben più floride della nostra da un punto di vista economico e sociale», dice Giuseppe Carboni, console onorario della Repubblica Belarus, «i sardi si sono confermati capaci di una straordinaria generosità».
I NUMERI Il “Progetto Chernobyl”, che quest'anno celebra i 25 anni di attività, in Sardegna ha superato di gran lunga le 15 mila accoglienze «Non possiamo essere regione da grandi numeri», dice il console Carboni «anche perché accogliere un minore, seppure per quattro o otto settimane, si traduce in costi che non tutte le famiglie sarde sono in grado di sostenere».
SBARCO A ELMAS Arrivato ieri all'aeroporto di Elmas il quarto gruppo di bambini bielorussi. «Un cambio di guardia con il gruppo di luglio: si tratta di bambini che si trattengono solo un mese»; dice Carlo Altea, responsabile del “Progetto Chernobyl” della associazione Cittadini del mondo. «A questo contingente si devono aggiungono quelli arrivati a Cagliari il 9 giugno e che si tratterranno per tutti i tre mesi estivi (ripartiranno il 28 agosto) e poi ancora il gruppo, arrivato il 28 giugno, che starà in Sardegna per due mesi»
ADOZIONI I primi anni successivi allo scoppio della tragedia avevano conosciuto - anche sull'onda dell'emozione - un boom di adozioni. «Oggi», precisa Giuseppe Carboni «registriamo un calo fisiologico. Ma, seppure in assenza di dati certi, ci attestiamo su 5-600 bambini adottati che è pur sempre una cifra di tutto rispetto, tenuto conto della popolazione e dei livelli di reddito.
I COSTI DELL'ACCOGLIENZA «A carico della famiglia ospitante rimangono le spese di viaggio del minore e dell'accompagnatore», precisa Altea. «Costi», aggiunge il console Carboni «che negli anni scorsi venivano alleggeriti da contributi pubblici che ormai sono del tutti scomparsi. E in una realtà come la nostra parliamo di cifre importanti».
I BENEFICI Mezzo milione i bambini bielorussi accolti in Italia nell'ambito di questo progetto sociale e sanitario. Le tre settimane di permanenza lontano dalle zone contaminate consentono di eliminare fra il 50 e il 70% degli isotopi radioattivi (in particolare il cesio 137) che si accumula nell'organismo dei bambini bielorussi. La centrale nucleare di Chernobyl, pur trovandosi in Ucraina (per effetto dei venti che il giorno soffiavano in quella direzione) ha riversato in Bielorussia oltre i 2/3 terzi del materiale radioattivo fuoriuscito.
LE RICADUTE Anche se i tempi dei 3.000 arrivi in un anno sono solo un ricordo, il ponte Sardegna-Belarus non è solo un'esperienza di solidarietà.«Nei gruppi in arrivo ci sono anche ragazzi maggiorenni che hanno in Sardegna una famiglia di riferimento e una prospettiva di inserimento sociale», dice ancora Carlo Altea. Spesso sono anche i genitori “affidatari” a recarsi in Bielorussia, magari per partecipare alle cerimonie di laurea, quando non ai loro matrimoni. «Da un'emergenza come quella di Chernobyl non è nata solo una bella realtà di solidarietà e amicizia tra Sardegna e Bielorussia» - dice Carboni - perché i bambini sono diventati ambasciatori di scambi e incontri tra culture ed economie diverse».
NATALE 2017 Neanche il tempo di conservare pinne e boccagli che c'è da pensare alle vacanze di fine anno. «Aspettiamo due gruppi, uno che resterà quasi un mese (15 dicembre-15 gennaio) e l'altro per le due settimane che coincidono con la pausa natalizia delle nostre scuole». Per una imperdibile festa in famiglia.
Paolo Matta