DOMENICA, 25 MAGGIO 2008
Pagina 1 - Cagliari
IL MERCATO DI VIALE MONASTIR
Paolo Casu: «Senza questa struttura i prezzi saranno ancora più cari»
«Nessun passo concreto del Comune verso chi vi lavora»
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CAGLIARI. Il timore è forte e non ci sono segnali di un cambio di rotta: il vecchio mercato dell’ortofrutta di viale Monastir, a giugno, rischia di chiudere definitivamente i battenti. «Martedì, durante il consiglio comunale - informa Paolo Casu, presidente della commissione Attività produttive - proporrò un emendamento al blancio per rendere possibile la proroga nella chiusura, almeno sino a dicembre. Ma temo che il sindaco Emilio Floris voglia lo smantellamento completo». Una via d’uscita per i 40 operatori del vecchio mercato ortofrutticolo era stata proposta il 2 maggio dal presidente della Regione Renato Soru, ma non risolve la chiusura.
La storia racconta di un vecchio mercato che, a seguito di una delibera della passata consiliatura, fu deciso di dismettere a favore della nuova struttura privata di Sestu (dove si sono già trasferiti la maggior parte degli operatori). Il sindaco aveva promesso che lo stop definitivo, fissato per giugno, sarebbe slittato a dicembre. Ma, come accennato, non c’è alcun atto in tal senso. Il responsabile dell’esecutivo regionale durante l’incontro con l’amministrazione comunale ha spiegato che, indipendentemente dalla proroga, non è possibile evitare la chiusura anche perchè frutto di un accordo di programma firmato, a suo tempo, anche dalla Regione. E ha suggerito, da un lato, ai lavoratori del vecchio mercato di costituire una cooperativa; e, dall’altro, di rivolgersi al sindaco di Sestu visto che vi sono ancora dei terreni disponibli per il mercato. Una situazione che permetterebbe di avere anche i finanziamenti necessari, europei.
«Ora, però a questi lavoratori bisogna il Comune dare una risposta certa, non è possibile lasciarli in terra di nessuno», sottolinea Casu, indipendente del centrodestra. Non solo: su questo mercato si gioca una partita che va oltre il futuro delle trentasette famiglie, più quelle dell’indotto (guardiani, pulizie ecc., pur importante), e «che riguarda l’organizzazione di questo settore e il ruolo che può avere l’amministrazione comunale nel tracciare nuovi orientamenti di sviluppo», continua Casu. La commissione apposita ha elaborato da tempo una delibera in cui viene chiesto che la struttura non venga rimossa, che vengano tenuti gli attuali operatori e che parte dell’area venga trasformata in una fiera permanente dell’agroalimentare. Intanto gli operatori del mercato all’ingrosso si sono visti, quest’anno, quasi triplicare il canone. Un regalo «amaro di fine anno», hanno affermato. La logica del Comune è stata quella di adeguare «il fitto» ai conti visto che, hanno precisato dall’amministrazione, «c’è il vincolo dell’equilibrio di bilancio». Ma gli operatori hanno continuato a pagare il costo iniziale. Solo che per gli uffici questo atteggiamento comporterebbe la sospensione della concessione per il box. Oltre al fatto che la struttura, e nonostante gli aumenti dei box, è in rosso di seicentomila euro. «La Giunta e il sindaco Emilio Floris non possono ignorare - continua Casu - che oltre la metà del consiglio non vuole chiudere la struttura di viale Monastir». L’idea della commissione è quella di allargare anche ad altri prodotti, come i formaggi e l’artigianato gastronomico. In questo modo, «non vi sarebbe concorrenza col centro ortofrutticolo all’ingrosso di Sestu, dove da alcuni anni è stato aperto il nuovo mercato all’ingrosso privato dell’ortofrutta. Nello stesso tempo, però, si potrebbe creare uno spazio importante in cui convogliare anche una serie di attività collaterali al commercio». Secondo Casu «se si chude viale Monastir viene meno l’unico mercato in grado di calmierare i prezzi, visto che tutti gli altri (da quelo di Sestu alla Metro, sino a Grosso 87) sono privati». (r.p.)