La rassegna “Passaggi” d'arte
L'uomo e il territorio
Due giorni a Cagliari
tra musica e parole
B asta cambiare poche lettere, per trasformare il passaggio in un paesaggio. E il terzo festival delle Officine Permanenti 2017, oggi e venerdì “Passaggi” gioca sulle parole, su passaggi e paesaggi nella musica, nell'arte, nella cultura. Per emozionarsi e imparare, tra il Civico di Cagliari e l'Orto Botanico.
Decine gli ospiti e gli eventi, a cominciare dalle sovrapposizioni, tavole rotonde caratteristiche della manifestazione. Si parte alle 18.30 nel Teatro Civico: Chiara Montanari racconterà come si vive nei paesaggi dell'Antartide più desolato, lei che l'ha conosciuto da ricercatrice; ci sarà anche l'innovazione, con il premio Superidee assegnato ai migliori progetti degli studenti per la città. E ancora la voce di Chiara Effe, e il dialogo tra la studentessa Angelica Grivel e Alessandra Patti, innovativa preside che nel suo Comprensivo di Sestu ha creato una scuola del sorriso. «Ma il festival è anche sull'unione tra uomo e territorio: pensiamo a certe tempre, dure come il granito della montagna», spiega Gianni Massa, direttore dell'associazione IC e organizzatore dell'iniziativa, che vede tra i partner anche L'Ordine degli ingegneri e il Comune di Cagliari. Se ne parla “sotto l'albero” all'Orto Botanico venerdì dalle 9 nell'incontro a numero chiuso con il docente di tecnica delle costruzioni Giovanni Cardinale, l'architetto Massimo Mariani e l'imprenditore Silvio Cocco.
Sullo stesso tema anche il seminario sul paesaggio e la periferia, al Teatro Civico. Mentre venerdì alla Fondazione di Sardegna dalle 9.00 si parlerà di efficienza nella pubblica amministrazione. La sera tornerà la sovrapposizione: stavolta recita Rossella Faa, e si raccontano tra gli altri il regista Tore Cubeddu e lo scrittore Bachisio Bandinu. Dalla politica ospiti anche Renato Soru Massimo Zedda, per discutere di gestione del territorio e passaggi di consegne. E poi ancora mostre, pittura, danza, cucina. Tante buone ragioni, per passare da “Passaggi”.
Giovanni Lorenzo Porrà