Fotografia Gli scatti in bianco e nero di Francesco Zizola da ieri all'Exma di Cagliari “Sale, Sudore e Sangue”,
ritratto epico di mattanza
I l ritratto epico che Francesco Zizola ha fatto della pesca del tonno rosso nel canale di Sant'Antioco sa di “Sale Sudore e Sangue”, gli umori che, oggi come nei secoli scorsi, caratterizzano la ritualità di questa tecnica, la cui origine risale alle incursioni arabe nel Mediterraneo occidentale.
La mostra si è aperta ieri all'Exma - Exhibition and Moving Arts di Cagliari, con la curatela di Deanna Richardson, e ci narra l'esperienza del fotografo romano, vincitore di dieci World Press Photo e sei Picture of the Year International, nell'arco di cinque stagioni trascorse fra le tonnare di Portoscuso e Porto Paglia.
La Sala delle Volte richiama, nella scansione delle sezioni espositive, la mappa delle tonnare stesse. Facciamo i primi passi nella “camera grande”, laddove i pesci vengono accompagnati nell'imboccatura delle reti. Paesaggi marini sospesi e scatti subacquei ci raccontano la messa in posa delle strutture e i primi momenti dell'incontro fra uomo e animale. I toni si fanno concitati, ed esplodono fotograficamente in un chiaroscuro metallico, nella “camera dei bastardi”, dove i tonnatari scelgono quali capi portare alla mattanza, liberando i pesci troppo giovani o di piccola taglia. Qui Zizola ci presenta i protagonisti dello scontro e ci pone davanti agli sguardi fermi dei pescatori, rappresentati nella gerarchia del lavoro, e alla presenza corporea e pesante dei tonni.
Tutto è nudo e scarnificato, le carni emergono dal nero profondo, non c'è il tentativo di addolcire la violenza di quella che è indubbiamente una tecnica cruenta ma che risponde a una morale di sostenibilità. Infine, la “camera della morte” dove a essere protagonista non è tanto l'atto della mattanza quanto le forze, misurate e condivise, della squadra che lavora perché la ritualità del lavoro possa svolgersi nei tempi, nel rispetto dell'animale, persino a un passo dalla morte, e del ciclo vitale del mare.
Gli scatti sono tutti in un nitidissimo bianco e nero, una scelta linguistica che, come sottolinea il fotografo, vuole evidenziare la lunga tradizione di questa pratica, trasponendo il dato reale in un piano simbolico. L'effetto è quello di arricchire il già di per sé suggestivo reportage di un'atmosfera ancestrale, in una narrazione esistenziale che richiama alla memoria certe pagine di Hemingway. La mostra è, in questo senso, un perfetto equilibrio fra il piano documentativo, che ci informa sulle possibilità tecniche del fare pesca nel rispetto dell'ecosistema e della biodiversità, e il piano lirico, in cui problematiche ambientali e animaliste sbiadiscono davanti all'epica della natura.
Il progetto si inserisce in una ricerca più ampia, “Hybris”, sul peccato di arroganza dell'uomo davanti al mondo naturale, e presto troverà nuova veste in un lavoro audiovisivo a colori. Realizzato in collaborazione con 10b Photography, Tonnare Sulcitane e Althunnus, il patrocinato del Comune di Cagliari e il contributo della Fondazione Sardegna, sarà visitabile fino al 17 settembre.
Micaela Deiana