Sindacati favorevoli: «Così si correggono le ingiustizie causate dalla legge Fornero»
Pensione minima per i giovani L'ipotesi: assegno da 650 euro con 20 anni di contributi
Venti anni di contributi per vedersi assicurata una pensione di 650 euro al mese. Su questa ipotesi si sono messi al lavoro sindacati e vertici del Partito democratico, riuniti nei giorni scorsi con l'idea di garantire un salvagente previdenziale che garantirebbe un futuro alle migliaia di giovani disoccupati, ma anche ai “millennials”, nati dal 2000 in poi, per non parlare dei quaranta e cinquantenni precari.
L'IPOTESI La proposta è arrivata da Stefano Patriarca, consigliere economico della presidenza del Consiglio, che davanti al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, e i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil, ha immaginato un trattamento previdenziale base calcolato con il modello contributivo (650 euro mensili, appunto) con la possibilità di incrementarlo di 30 euro per ogni mese in più di contributo versato fino a un massimo di 1.000 euro. L'idea dello staff democratico sarebbe quindi quella di «introdurre anche nel sistema contributivo l'integrazione dello stesso minimo previdenziale attualmente valido nel sistema retributivo». Una novità che determinerebbe un tasso di sostituzione per una carriera della durata di 40 anni pari al 65% della retribuzione media netta.
«ERRORI DA CORREGGERE» «A settembre siamo riusciti a chiudere un accordo importante con il Governo per correggere le storture della Legge Fornero», commenta Ignazio Ganga, segretario regionale della Cisl, «ne restano comunque altre a cui porre rimedio, come il dramma rappresentato dai 35enni che non hanno alle spalle neanche un giorno di lavoro, o degli ultracinquantenni espulsi dal contesto produttivo, lontani dal traguardo pensionistico ma considerati vecchi per poter ricominciare a lavorare». Rest da capire se l'idea di una mini pensione sarà sostenibile dal punto di vista economico. Il bilancio nelle casse dell'Inps difficilmente potrà andare in pareggio. Tuttavia lo stesso numero uno dell'Istituto previdenziale, Tito Boeri, ha espresso l'urgenza di assicurare una pensione di garanzia anche per i lavoratori che già oggi faticano ad accumulare trenta anni di contributi.
GIOVANI «L'unico modo per rimpinguare le casse dell'Inps e riequilibrarne i bilanci è creare forza lavoro giovane», conclude Ganga, «il boom nell'Isola di richieste di pensione anticipata, 2.000 in Sardegna contro le 6.000 della ben più popolosa Lombardia, dimostra che l'idea di posticipare l'età pensionabile non è quella giusta. Per questo il confronto con il Ministero deve proseguire subito e non attendere la fine dell'estate».
Luca Mascia