Perplessi i sindacati: «È un errore non tenere conto del reddito delle famiglie»
Fino a 1000 euro all'anno per i bimbi nati dal 2016 in poi Potrà essere richiesto fino al 31 dicembre prossimo il bonus per l'asilo nido o per il supporto domiciliare. Il contributo economico dell'importo massimo di mille euro su base annua, sarà suddiviso e corrisposto in undici mensilità ed è finalizzato al sostegno dei genitori. Il bonus per l'asilo nido è un aiuto per il pagamento delle rette alla frequenza dei bimbi in asili nido pubblici e privati autorizzati e potrà essere concesso su richiesta dei genitori con bambini nati o adottati-affidati dal primo gennaio 2016.
Il contributo per il supporto domiciliare è destinato, invece, alle famiglie con bambini al di sotto dei tre anni, impossibilitati a frequentare gli asili nido, perché affetti da gravi patologie croniche.
Da ieri le domande possono essere presentate sul sito dell'Inps, oppure chiamando il contact center integrato al numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06164.164 (raggiungibile, a pagamento, da rete mobile) oppure agli Enti di patronato. Alle 17 le domande presentate erano circa 20 mila.
IL SUSSIDIO «Ben vengano le politiche per gli asili nido, che dovrebbero essere anche orientate al potenziamento dei servizi per l'infanzia utili a favorire il lavoro femminile», chiarisce la segretaria regionale Cgil Caterina Cocco, rilevando però che «il bonus previsto dal governo ha due limiti: l'assenza totale di criteri di reddito e la necessità di anticipare il pagamento delle rate mensili». Secondo la segretaria «il rischio è penalizzare chi ha reale bisogno: il bonus viene distribuito indistintamente sulla base di un criterio temporale fino a esaurimento del budget disponibile, e non tiene conto delle tante famiglie che non hanno alcuna risorsa economica da anticipare per iscrivere i bambini all'asilo. Servirebbero misure che incentivino il lavoro femminile e, insieme a questo, politiche ben più consistenti per l'accesso ai servizi per l'infanzia».
91 EURO AL MESE Secondo Pietro Catalano, direttore regionale patronato Inas Cisl, «si tratta di un aiuto, ma non può essere la soluzione alla mancanza strutturale di asili nido comunali. Con questi 91 euro mensili si rischia di mascherare una carenza di servizi. Sicuramente è meglio di niente, ma non è la panacea di tutti i mali. Tante donne, che per fortuna hanno trovato la loro indipendenza lavorativa, si trovano a fare una scelta nel momento in cui hanno dei figli. Molte sono costrette a pagare asili privati. Il sistema dovrebbe essere strutturato in modo che un figlio non sia un peso e un problema. Dovrebbero essere incentivati pure gli asili aziendali, anche se in Sardegna, per ora, ci sono pochi esempi».
Eleonora Bullegas