Nuovi assetti, molti Comuni scontenti. Erriu: si può ancora cambiare
«Io capisco chi dissente dalle scelte, la Regione anche in questo caso ha utilizzato l'autonomia a geometria variabile, ovvero ciò che le era più comodo. Gallura e Ogliastra, per esempio, avrebbero avuto bisogno di una loro specificità amministrativa, evidentemente a qualcuno non andava bene». Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente dell'Anci Sardegna, è uno che non le manda a dire. «L'errore madornale non sta tanto nel riassetto quanto nella distribuzione delle competenze. Comuni, Unione dei Comuni, i futuri Ambiti ottimali strategici, Province e Regione rappresentano una continua sovrapposizione di competenze. E poi non dimentichiamo che le Province soffrono di gravi problemi finanziari, che andrebbero risistemati gli assetti e che dovrebbero essere dotate di risorse economiche importanti».
DISTACCO Giuseppe Mellino, sindaco di Nule, in un recente incontro con l'assessore regionale agli Enti locali Cristiano Erriu, ha lanciato una provocazione: «Gli ho detto che il paese vorrebbe staccarsi da Sassari e far parte della Provincia di Nuoro. Le ragioni non mancano: siamo più vicini, le strade di collegamento sono migliori e, probabilmente, potremmo avere una maggiore considerazione. E lo dico consapevole del fatto che sono stato anche consigliere provinciale. È chiaro che dobbiamo ancora valutare tante cose, compreso un eventuale referendum per far decidere i cittadini».
AI CONFINI Sulla stessa linea il sindaco di Benetutti Vincenzo Cosseddu: «La nostra è una situazione particolare visto che si tratta dell'unico caso in Italia di Comune confinante con un capoluogo di Provincia pur appartenendo a un altro ambito amministrativo. In pratica, però, attualmente siamo ai confini dell'impero, nel senso che Sassari è lontana».
LA PARTITA Appunto, un centinaio di chilometri. Nuoro, invece, ne dista appena trenta. «La mia opinione personale - sottolinea Cosseddu - e la esprimo da cittadino non da sindaco, è che Nuoro sarebbe la soluzione più naturale. So bene che esiste una procedura e che quella andrà seguita nel momento in cui questo dibattito dovesse aprirsi. Comunque sia, finalmente sarà la popolazione ad accompagnare le amministrazioni verso la scelta giusta. Il Goceano è variegato, non credo che sia una grande compattezza, di certo credo che la partita non sia scontata e che sia necessario proseguire con le doverose valutazioni».
POSSIBILISTA C'è tempo, insomma. Lo sa perfettamente anche Cristiano Erriu: «Il Testo unico degli Enti locali stabilisce criteri molto precisi. La nostra non è una riforma calata dall'alto, anzi, direi che si tratta di un lavoro condiviso. Stiamo proseguendo il dialogo con le amministrazioni per cercare di capire le esigenze dei diversi territori. Era scontato che in Sardegna, una volta abolite le otto Province con il referendum, bisognasse intervenire per ridefinire gli ambiti. Onestamente non mi pare che ci sia una sollevazione popolare contro il piano di riordino. Nella legge, è scritto che “la Regione riconosce il diritto delle comunità locali all'autonomia, all'autodeterminazione, all'associazionismo e alla partecipazione democratica”. Cioè, se ci sono le condizioni per chiedere l'adesione a una Provincia anziché a un'altra, si può sempre cambiare. Le regole per farlo sono abbastanza chiare». ( v. f. )