VIA ROMA. Entro un anno la sede del Municipio dovrebbe tornare all'antico splendore
Palazzo Bacaredda, ok al restauro Il Tar boccia il ricorso che aveva bloccato i lavori sulle facciate
I giudici amministrativi hanno dato il via libera all'appalto per i lavori di restauro dei prospetti e delle coperture del palazzo Bacaredda. Confermata dal Tar, l'aggiudicazione della gara sblocca il cantiere da oltre 700 mila euro. I lavori di restauro riporteranno allo splendore le facciate in pietra e marmo e il tetto del Municipio.
IL BANDO Con il bando pubblicato l'8 gennaio dello scorso anno il Comune aveva indetto la gara (con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa) per affidare sia la progettazione che l'esecuzione dei lavori di restauro del Palazzo civico di via Roma. All'appalto, stilato con un importo base di 702 euro più Iva, avevano partecipato quattro imprese, tutte ammesse alla gara. A vincere è stata l'Impresa Scalesse Roberto davanti alla Fratelli Desogus Marmi: terminato l'esame delle offerte la commissione aveva assegnato alla prima 98,32 punti e 92,83 alla seconda. Da qui il ricorso presentato dalla società Desogus il 9 febbraio scorso.
IL RICORSO L'impresa arrivata seconda si era rivolta ai giudici del Tar, con l'avvocato Luca Di Raimondo, sostenendo che la Scalesse avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara per non aver sottoscritto, come prevedeva il regolamento, la propria offerta, ma contestando anche l'eccessivo punteggio tecnico assegnato dalla commissione all'azienda vincitrice. Il 20 febbraio 2017, il Dirigente del Servizio Lavori pubblici del Comune ha ritirato in autotutela l'aggiudicazione dell'appalto, escludendo la società prima classificata per violazione del disciplinare di gara: non risultavano sottoscritte tutte le pagine del progetto e dell'offerta presentata.
IL CONTRORICORSO A marzo, vedendosi esclusa, anche l'Impresa Scalesse (difesa dagli avvocati Antonello Rossi e Marcello Patrizio Mereu) ha presentato un proprio ricorso sollecitando l'annullamento di una parte del disciplinare di gara, mentre il Comune è stato difeso dall'avvocata Francesca Frau.
LA DECISIONE Il giudizio di merito è stato affrontato dal collegio della prima sezione del Tar presieduto da Caro Lucrezio Monticelli, con a latere i giudici Gialuca Rovelli e Antonio Plaisant che ha materialmente scritto la sentenza. I magistrati amministrativi in primo luogo hanno ritenuto ammissibile l'istanza dell'azienda esclusa dal Comune dopo aver vinto, stabilendo che la «clausola di gara che richiede la firma in ogni pagina, nel suo rigido formalismo, travalica la funzione stessa della sottoscrizione». Per il Tar un punto così tassativo, pur nella legalità, andrebbe anche al di là di quanto previsto dalle direttive comunitarie, sconfinando nell'illegittimità. Un principio che gli esperti chiamano divieto di gold plating .
LA SENTENZA Spazzato via il motivo di esclusione della società vincitrice, i giudici hanno respinto anche le varie istanze del ricorso dell'impresa dei Fratelli Desogus, così come la richiesta di risarcimento presentata dalla Scalesse perché il Comune non aveva ancora stipulato alcun contratto per l'apertura del cantiere.
IL CANTIERE Una volta stipulato il contratto l'impresa vincitrice avrà due mesi per redigere il progetto definitivo dell'intervento e un anno per completare i lavori di restauro delle quattro facciate. Stando alle direttive emanate dall'architetto Maria Luisa Mulliri gli operai dovranno pulire, una a una, tutte le pietre che completano le quattro pareti e il tetto, riportando i marmi e le decorazioni all'antico splendore e ripristinando gli stucchi e le decorazioni. Costruito a fine Ottocento, il palazzo Bacaredda è realizzato in stile neogotico-liberty.
Francesco Pinna