Perfino l'ampio sterrato di Marina Piccola nel fine settimana non è sufficiente
In un'assolata mattina di luglio il Poetto resta la meta privilegiata da chi non ha il tempo o la voglia di avventurarsi su strade troppo lunghe e affollate in direzione di altri lidi. Anche chi sceglie la spiaggia più vicina alla città e si prepara a una giornata di relax deve mettere in conto qualche ostacolo da superare.
SOGNANDO UN LETTINO Tanto per cominciare l'agognato lettino sulla spiaggia più vicina alla città deve essere raggiunto e conquistato prima che gli stabilimenti dichiarino il tutto esaurito. Da qui la necessità di sbarazzarsi in fretta dell'auto tra parcheggi che sembrano non bastare mai. A disposizione dei frequentatori del litorale c'è un ampio sterrato che ogni sabato e ogni domenica sembra diventare piccolissimo, un fazzolettino di terra all'improvviso troppo piccolo per accogliere tutti.
I DIFFIDENTI «C'è chi fa anche tre giri pur di non parcheggiare dove gli diciamo noi, io non li capisco. Se non c'era prima il posto non è che dopo un minuto te l'hanno liberato. È una questione di mentalità». Sandro Profumo ha un fischietto giallo appeso al collo e gli occhi fissi sulle auto all'ingresso del parcheggio. In un quadrato delimitato da qualche albero di ulivo lavorano in quattro. Da qui osserva il grande sterrato che ospita le auto a file di quattro ed è circondato da sterpaglie. «Se ce l'avessero fatto fare, l'avremmo pulito anche gratis per non vederlo così. È anche pericoloso perché se scoppia un incendio è un problema per tutti», aggiunge Stefano Masala che fa parte della squadra di quattro che ogni giorno regolamenta la sosta in un'area incastrata tra il parcheggio asfaltato e quello abbandonato.
ORARIO CONTINUATO «Qui teniamo pulito noi, potiamo gli alberi all'inizio della stagione, raccogliamo le cartacce. La gente ci dà quello che può, quando può. In media si guadagnano 40 euro al giorno, ma solo ad agosto che resta il mese più affollato e per noi è quello più impegnativo. Se c'è bisogno chiamiamo anche qualche extra per darci una mano». Si lavora dalle 8 alle 18. «In teoria finiamo verso le 18, ma ci adattiamo un po' alle esigenze di chi c'è e poi quando ci sono manifestazioni di notte restiamo qua. Le persone che vengono ormai ci conoscono e preferiscono noi a quelli di colore, e non lo dico per fare il razzista. Solo che loro insistono per essere pagati e noi no. E poi loro fanno parcheggiare dappertutto anche dove non si può». Le aree di pertinenza degli uni e degli altri sono delimitate da una linea d'asfalto e alcune transenne. A fare i conti con il parcheggio che non c'è sono anche le centinaia di persone che al Poetto vengono per lavorare e che dovendo rispettare un orario preciso non possono perdere tempo alla ricerca di un posto libero. «Io al lavoro vengo con i mezzi pubblici - dice Valentina Sulis dietro al bancone del bar Aurora a Marina Piccola -. Di domenica è un delirio, sarebbe impossibile. Credo che in tanti facciano come me». I mezzi del Ctm diretti al Poetto in effetti sono sempre più affollati, segnale che in molti hanno raccolto l'invito dell'amministrazione a lasciare a casa l'auto e utilizzare i mezzi pubblici.
IN SPIAGGIA Il maestrale intanto soffia energico ma non basta a scoraggiare i tanti che in meno di un'ora riempiono tutti gli stalli, compresi quelli ritagliati sulle strade lungo la litoranea e che in buona parte dovrebbero essere riservati ai residenti. Archiviata la pratica “parcheggio” ci si dirige verso la riva e a mezzogiorno la spiaggia può dirsi al completo. È a questo punto che, finalmente liberi dal problema dell'auto, i bagnanti del weekend si preparano a una nuova sfida: trovare un posticino in cui stendere il telo da mare in quella giungla di ombrelloni sul litorale.
Mariella Careddu