Via Abruzzi. Negozio distrutto dal nubifragio del 22 ottobre, il proprietario: non ho visto un centesimo
Storia di Paolo Mancosu: multa di mille euro quando ho provato a vendere in liquidazione
Chiuso per alluvione. Paolo Mancosu, titolare del negozio di arredamento MobilCa, in via Abruzzi 39, ha chiuso per sempre l'attività. «E lascio anche Cagliari», spiega amareggiato, «che cosa ci faccio in questa città che non ha aiutato chi era in difficoltà?». L'imprenditore non ce l'ha fatta. Ma la crisi economica stavolta c'entra poco. Troppi quei 100mila euro di danni causati dall'alluvione del 22 ottobre scorso: non ha ricevuto un centesimo di risarcimento per i mobili distrutti dalla furia delle acque. E così Mancosu, dopo aver rilevato l'attività da una precedente gestione nel 2003, dopo sei anni di lavoro, ha chiuso i battenti il 29 maggio. E oggi si sente abbandonato e preso in giro.
«ERA LA MATTINA del 22 ottobre quando tutti i miei guai sono cominciati», spiega l'imprenditore, «da tempo avevo segnalato all'impresario il dislivello di 2 centimentri del locale, ma non c'è stato niente da fare. I mobili sono andati tutti in malora a causa dell'acqua che è entrata dappertutto. I miei consulenti hanno conteggiato danni per 100mila euro. Ho attivato tutte le procedure e fornito al Comune tutta la documentazione. Ma purtroppo», conclude amaro, «non ho visto nemmeno un centesimo». Mancosu decide di mettere la merce salvata dalle acque in liquidazione, riservando una corsia preferenziale agli alluvionati di Capoterra. Ed ecco che arrivano le istituzioni. Per dargli i soldi? No. Per chiederglieli. «In quel momento di disagio mi serviva fare un po' di cassa ho messo i mobili in liquidazione », racconta Mancosu, «ma sono arrivati i vigili del Comune e mi hanno messo mille euro di multa per aver promosso e pubblicizzato la svendita 30 giorni prima che partissero i saldi. Allucinante». I clienti principali arrivavano da Capoterra e le zone colpite dal disastro. «Si lamentavano per aver avuto soltanto 15 mila euro », racconta Mancosu, «ma magari li avessi avuti io». E il 29 maggio la decisione definitiva e irrevocabile. «Basta. Me ne vado da questa città», commenta sconsolato, «venire qui a lavorare è stato il più grande errore della mia vita». Il caso arriva anche in Comune. «Io trovo vergognoso che il Comune, la Regione e le istituzioni non mostrino sensibilità», accusa Claudio Cugusi, Pd che parla di «precise responsabilità» e annuncia un'interrogazione estesa all'opposizione, (ma anche a parti della maggioranza), «Per casi come questo dove altri parti si interviene prontamente. Quanto accade in via Abruzzi è emblematico. Come ben sanno i cittadini del Fangario, di Sant'Avendrace e di Pirri. Quanto deve durare ancora questa vergogna »?
Stanziamenti per i danni
Dalla Regione ¦
Diciannove i milioni di euro stanziati dalla Regione, da suddividere tra Cagliari e Capoterra per le vittime di danni a beni immobili. In città Pirri, da dove partivano la metà delle richieste per il capoluogo, ha fatto la parte del leone. Secondo i comitati sono 15 i milioni che servono per adeguare la rete delle acque bianche e i collettori. Il Comune sarebbe alla ricerca delle risorse. In tutta la città sono state presentate 761 domande di risarcimento: 472 riguardano per beni mobili , 163 per abitazioni e 126 riguardano le attività commerciali.
I fondi per Pirri ¦
Già in cassa per Pirri i i primi 700mila euro. Serviranno per i primi interventi: pulizia della caditoie e del collettore 38 (da via Ampere a Terramaini). L'amministrazione resta in attesa del finanzamento da 15 milioni di euro per mettere la rete degli scarichi di Pirri in condizioni di assorbire anche le piogge abbondanti senza eccessivi traumi. Tempo fa uno studio dell'Università aveva segnalato i problemi dell'area da Barracca Manna e Terramaini. Ma per l'avvio il Comune non ha ancora i soldi.