Rassegna Stampa

Il Sardegna

Una piccola casta che non vuole la diretta tv

Fonte: Il Sardegna
4 giugno 2009

Piccola città

Claudio Cugusi

Contrariamente a un'opinione che la casta vorrebbe accreditare i consiglieri comunali non sono tali per diritto divino: qualcuno li candida, altri li votano e per cinque anni devono amministrare la città. Se vengono eletti ad altre cariche è bene che lascino (non avendo il dono dell'ubiquità); se non sono in grado di svolgere il mandato per altri impegni è bene che cedano il seggio ad aspiranti politici più liberi. Banalità in pillole, è vero. Peccato che anche le banalità siano il sale della vita e la ragione per la quale migliaia di cagliaritani non hanno fiducia negli amministratori comunali. Come, più in generale, provano un moderato disgusto nei confronti di tutti i politici a tutti i livelli istituzionali. Perché li considerano, giustamente, attori e comparse di una casta (che non è figlia della castità) sempre più ricca man mano che si sale nel cursus honorum. In occasione della festa della Repubblica il presidente Napolitano ha detto con chiarezza che serve più unità democratica e un impegno a capire che la società ha un bisogno drammatico di risposte. Non di parole. Un primo passo per dimostrare che nelle aule elettive qualcuno lavora, qualcuno poltrisce e qualcuno si ferma come in Formula 1 per il tempo di un pit stop, un primo passo è trasmettere su internet, sulle radio e tv private le sedute del Consiglio comunale di Cagliari. Videolina lo faceva già negli anni '70. Allora il Municipio godeva di un prestigio che oggi non c'è più: qualche volta chiediamoci il perché delle cose.
*Giornalista