Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, è di nuovo senza partito. Così dal 1° luglio scorso quando Giuliano Pisapia, l’ideologo del Campo progressista a cui Zedda aveva aderito a dicembre quasi da co-fondatore (entrambi sono ex Sel), ha deciso di rompere col Pd malgrado i proclami iniziali e di costruire un centrosinistra alternativo alleandosi con l’Mpd di Bersani e D’Alema.
Tutto è successo in piazza Santi Apostoli, a Roma, dove è nato il movimento politico Insieme che ha sparigliato gli assetti pure in Sardegna. Di fatto si è avverata la profezia di Zedda che a maggio, intervistato da Concita De Gregorio nel programma Rai Fuori Roma, aveva detto con tono scherzoso: “Ogni volta che entro in un partito, dopo due anni si scioglie”.
A Zedda col Campo progressista è andata addirittura peggio: sono passati meno di sette mesi da quando Pisapia annunciò da Bologna che in Italia non sarebbe potuto far rinascere il centrosinistra senza considerare il Pd l’interlocutore privilegiato. E Pisapia si riferiva specificatamente al Partito democratico di Renzi e non ad altre anime interne. Non a caso al battesimo del Campo progressista partecipò un renziano di ferro come il deputato Sandro Gozi.
Tutto questo, però, è storia passata: il movimento Insieme non guarda al Pd e avanza con la certezza che Pisapia sarà il prossimo candidato premier alle Politiche del 2018 (si dovrebbe votare ad aprile) in opposizione a Renzi stesso. Tanto che Zedda, la settimana scorsa, ha lanciato un appello a Pisapia, dalle pagine del quotidiano La Repubblica, (qui uno stralcio) invitandolo a rivedere la propria posizione di chiusura rispetto al Pd. Ma la possibilità di retromarcia sembra un’ipotesi remota.
In Sardegna il cambio della linea politica nazionale ha modificato i rapporti di forza a sinistra del Pd: il deputato Michele Piras, primo ex Sel isolano ad aderire all’Mdp, è diventato il referente di Pisapia. Così dopo mesi difficili su Cagliari in cui prima venne messo in minoranza dentro Sinistra ecologia e libertà e poi quasi costretto a non aderire al Campo progressista proprio per via delle ruggini con Zedda e soprattutto col senatore Luciano Uras.
E a proposito di Uras, anche il parlamentare, come il sindaco di Cagliari, si ritrova senza partito. Idem il gruppo di Cagliari che a Uras e Zedda fa riferimento: l’assessora all’Urbanistica Francesca Ghirra, il capogruppo in Consiglio comunale Matteo Massa, l’altro esponente dell’Aula Alessio Alìas. Nell’Assemblea regionale il rappresentante di questa componente è Francesco Agus. Appartengono tutti al circolo Sergio Atzeni di via Puccini e hanno dato vita al cartello politico Campo progressista sebbene Pisapia – va precisato – disse da subito che si trattava di un laboratorio di idee e non di un partito.
Matteo Massa dice: “Noi con Pisapia non abbiamo retto e anzi continuiamo a chiedergli che faccia il federatore. Diversamente saranno la sinistra da un lato e il Pd dall’altro ad assumersi la responsabilità di consegnare l’Italia alle destre e alle forze populiste del Paese”.
Sul fronte dell’area Piras, da Sel il deputato ha portato dentro l’Mdp tre consiglieri regionali: Daniele Cocco, Eugenio Lai e Luca Pizzuto. E tutti insieme hanno ottenuto una rappresentanza nella Giunta regionale attraverso la nomina del nuorese Giuseppe Dessena alla Pubblica istruzione e alla Cultura al posto di Claudia Firino, di stretta osservanza Zedda-Uras. “Insieme – spiega Piras – è il germoglio di una nuova soggettività politica della sinistra, di una sinistra non minoritaria e che vuole governare partendo dalla ricostruzione della coalizione”. Sul punto della rottura col Pd, il deputato dice: “Io penso che la politica non si misuri in metri di distanza o di vicinanza. Io ho intenzione di costruire con altri una forza che avrà una sua autonomia. Con la sinistra è il segretario Renzi che ha chiuso, al pari del presidente Orfini. Ciò significa, come ha giustamente spiegato Giuliano Pisapia, che il centrosinistra lo costruiremo noi senza Renzi”.
Al Campo progressista aveva aderito anche il Centro Democratico di Roberto Capelli. E proprio il Cd andrà a formare l’anima moderata del movimento politico Insieme. Questo per via di un accordo nazionale siglato da Pisapia col leader nazionale del Cd, Bruno Tabacci. A questo punto Capelli, che da gennaio si presentava come Cd a Roma e come esponente del Campo progressista nell’Isola, dovrà fare ordine coi simboli e riposizionarsi sotto il profilo della comunicazione, al pari della consigliera regionale Anna Maria Busia. Non solo: a questo punto si dividono anche le strade di Capelli e Uras che negli ultimi anni hanno portato avanti diverse battaglie contro il Pd e l’Esecutivo di Francesco Pigliaru.
Tra gli Mpd sardi da segnalare Yuri Marcialis, assessore allo Sport e alla Pubblica istruzione nel Comune di Cagliari, unico non travolto dagli eventi (almeno per ora): Marcialis è stato il solo bersaniano sardo ad uscire dal Pd in contestazione con la politica di Renzi. E adesso che Pisapia ha imboccato questa stessa strada, per Marcialis è sempre più probabile una candidatura in Parlamento alle Politiche del 2018.
Al. Car.
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