Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«I concerti non moriranno mai»

Fonte: L'Unione Sarda
4 giugno 2009

L'intervista. Parla il grande pianista che stasera chiuderà a Cagliari il Festival di Sant'Efisio 

Pollini e la scommessa della musica classica

Gigante del pianoforte, uomo dal carattere schivo e riservato, Maurizio Pollini plana oggi alle 20,30 sul palco del Teatro Lirico di Cagliari per chiudere la nona edizione del Festival di Sant'Efisio. Un ritorno gradito e atteso, a due anni di distanza dal concerto dedicato alle musiche di Beethoven e Schumann. Questa volta, ad ammaliare gli spettatori, saranno i preludi e le fughe contenuti nel primo libro de “Il clavicembalo ben temperato” di Bach. «Sono reduce da una tournée in Cina e Giappone, dove però ho presentato un programma diverso» dice il solista milanese. «Adesso terrò qualche concerto dedicato a una delle pagine più celebrate dell'opera di Bach, pagine che finora non ho mai inciso, ma che mi appresto a registrare».
Quanto pesa la responsabilità degli interpreti nella scarsa diffusione della musica d'oggi?
«Tantissimo, e mi ci metto dentro anche io, anche se suono spesso la musica del Novecento. Gli interpreti hanno fatto davvero poco per diffondere la musica del secondo Novecento. Anche le istituzioni hanno però le loro colpe. La maggior parte delle volte prendono a scatola chiusa i programmi che vengono suggeriti dagli interpreti, senza ridiscuterli. Non c'è coraggio».
Il pianista cinese Lang Lang suona alla Scala in scarpe da tennis, porta i capelli quasi come un punk, sponsorizza la prima orchestra virtuale su You Tube e il suo avatar si cimenta su Second Life con Beethoven. Internet può avvicinare i giovani alla musica classica?
«Di Internet so poco, anche se è chiaro che ormai è diventato un mezzo potentissimo per la diffusione della musica. Ritengo però che il concerto non morirà mai e che rimarrà sempre il modo migliore per avvicinarsi alla musica. Da poco, in Cina, una delle sorprese più belle l'ho avuta nel vedere tanti giovani ai concerti di musica classica».
In Italia, uno dei problemi di questa musica è quello del ricambio generazionale tra il pubblico…
«Molto dipende dalla scelta del repertorio. Se si continua a proporre solo musica scritta duecento anni fa, la sfida di portare in una sala da concerto le nuove generazioni è persa. Bisogna proporre musica vicina alla sensibilità dei nostri tempi, e lavorare per avere un pubblico nuovo».
In passato ha suonato in una fabbrica: lo rifarebbe?
«È stato tanti anni fa, quando non avevo le forti opinioni politiche di oggi. Aderii alle istanze dei lavoratori di una piccola fabbrica vicino a Genova. Certo, vista la situazione odierna, dove tante fabbriche chiudono, trovarne una per fare un concerto non è facile».
La musica può fare qualcosa per scuotere le coscienze?
«L'arte è indispensabile per la società. Penso che la musica abbia una funzione misteriosa che può ripercuotersi anche sulle idee e sulle coscienze».
Oggi la musica è dappertutto e forse è anche troppa.
«È vero, in giro c'è molta musica, ma il vero problema è quello dell'educazione all'ascolto».
il pianista jazz Enrico Pieranunzi, ha portato a Cagliari un progetto su Scarlatti, la cui musica non si ascolta spesso.
«Per una ragione che non so spiegare, la eseguo pochissimo. Però amo tantissimo la sua musica: è un genio,e sue composizioni hanno una vitalità e una attualità incredibile»
CARLO ARGIOLAS

04/06/2009