Rassegna Stampa

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CONTROVERSO, Le bombe ad orologeria dell’immigrazione, si salvi chi può…

Fonte: web Ad Maiora Media
3 luglio 2017

CONTROVERSO, Le bombe ad orologeria dell’immigrazione, si salvi chi può…
 


L’accoglienza dei migranti nella nostra Isola ha fatto registrare già da tempo il ‘tutto esaurito’. Bed & breakfast, agriturismi, case private riattate in fretta e furia alla bell’e meglio, hotel dai nomi un tempo importanti (il vecchio Motel Agip alle porte di Cagliari, oggi ridenominato Meditur) e chi più ne ha più ne metta, partecipano ai bandi per il reperimento di centri di accoglienza per immigrati che le prefetture pubblicano sempre più frequentemente nei siti web dedicati.

Bisogna constatare che l’ondata eccezionale di immigrati in questi ultimi anni ha consentito, anche in Sardegna, a molte strutture ricettive che erano in agonia e prossime alla chiusura per via principalmente della forte crisi economica, di ‘riciclarsi’ e di sopravvivere grazie ai fondi pubblici che, come è noto, vengono erogati in periferia dalle prefetture a favore dei centri di accoglienza per immigrati. Altro effetto non positivo del fenomeno è dato dal fatto che gli uffici immigrazione e contratti delle prefetture, così come le questure di tutta Italia e gran parte delle altre forze di polizia dello Stato e degli enti locali occupano gran parte del proprio personale e dei propri mezzi in servizi connessi all’immigrazione, sottraendo così risorse importanti alla gestione della sicurezza sul territorio.

Il perdurare dello stato di emergenza alla quale sembra che nessuno voglia mettere decisamente fine e la necessità di trovare rapidamente alloggio per le migliaia di migranti che le navi provenienti dal Canale di Sicilia e dai porti siciliani scaricano nei moli cagliaritani, comporta che la qualità dell’accoglienza lasci molto a desiderare. In altre parole, vengono ammesse all’accoglienza strutture improbabili e gestori privi di esperienza nell’attività di ricezione, talvolta totalmente all’oscuro delle peculiarità gestionali che l’accoglienza di immigrati comporta. D’altra parte la necessità impellente degli organi statali di trovare immediato ricovero per le migliaia di migranti vomitati dalle navi in territorio sardo ha favorito una certa ‘leggerezza’ nella selezione dei gestori e delle strutture che vengono offerte alle prefetture. Selezione che, invece, in situazioni meno caotiche di quelle attuali meriterebbe di essere ben più accurata. Gli immigrati all’interno dei centri sono sovente lasciati sopravvivere senza essere impegnati in alcuna attività ricreativa o lavorativa.

Tutti hanno fatto richiesta, all’ingresso in Italia, della cosiddetta “Protezione internazionale”. E tutti aspettano di essere convocati dalla apposita Commissione operante a Cagliari da tempo stracarica di arretrato e impossibilitata ad operare in tempi brevi. Il risultato è che questa massa sempre più consistente di immigrati (tra cui molti minori non accompagnati) rimane anche per 2 o 3 anni nei Centri, a spese dello Stato nella prospettiva e nella speranza di ricevere l’ambìto riconoscimento della qualifica di profugo. Purtroppo, come è noto, tale qualifica viene riconosciuta appena al 10% dei richiedenti asilo. Per il restante 90% cessa il diritto all’accoglienza da parte dello Stato e l’obbligo di abbandonare la struttura di accoglienza. Si tratta di un 90% di soggetti che dovrebbero essere, per legge, espulsi in quanto irregolari sul territorio. Ma la realtà e ben diversa. Tutti costoro, privi di risorse e sbandati, anche dopo la notifica del provvedimento di diniego della protezione o del decreto di espulsione amministrativa, rimarranno in Italia, disperdendosi sul territorio e diventando uomini e donne invisibili nelle liste ufficiali, ma sicuramente molto presenti agli incroci semaforici, fuori dalle chiese e nei parcheggi cittadini.

Non è peregrino ipotizzare che in breve tempo almeno una parte di questa enorme massa di clandestini senza risorse per provvedere al proprio sostentamento, diventerà facile oggetto di reclutamento da parte della criminalità locale o essa stessa si dedicherà – così come ci riportano le statistiche più aggiornate – al furto e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Che dire… ormai anche il “si salvi chi può” rischia di diventare un lusso…