Zone umide collegate Strada del mare
tra Santa Gilla
e il Molentargius
Prove di tutela ambientale con lo sguardo rivolto al turismo. Guardando oltre l'oasi protetta di Molentargius, oltre le aree Sic, Zts e Ramsar per approdare al grande parco delle zone umide del Sud Sardegna. Ieri pomeriggio è stata Legambiente a tracciare un corridoio (per ora ideale) di collegamento via mare tra Molentargius e Santa Gilla passando per la Sella del Diavolo. Una traversata sull'acqua che prende spunto dal volo che i fenicotteri fanno ogni giorno tra lo stagno di Cagliari-Quartu e la laguna racchiusa tra la sponda occidentale del capoluogo isolano, Capoterra, Assemini ed Elmas.
«Con Molentargius e Santa Gilla si arriva a ipotizzare una zona protetta di ben ottomila ettari», ricorda Vincenzo Tiana di Legambiente. «Numeri importanti se si pensa ad altri parchi come per esempio quello delle Cinque terre esteso per cinquemila ettari che danno una dimensione, appunto nazionale, all'istituendo parco di Molentargius-Santa Gilla-Sella del Diavolo», spiega la presidentessa dell'associazione ambientalista, Rossella Muroni. Dopo la partenza dal molo dogana, le barche (a bordo l'assessora al Turismo Marzia Cillocu e il sindaco di Quartu Stefano Delunas) hanno navigato verso Giliacquas. In banchina, ad attenderli, i sindaci dei paesi rivieraschi, amministratori regionali per un confronto sul parco. (a.pi.)