Iniziativa cittadina di padre e figlio Il fritto su tre ruote
e il centro storico
negato dal Comune
Bandita dal centro storico e contestata dai vicini. L'Ape di “Su frittu”, rivisitazione su ruote della storica paninoteca, rischia di emigrare assieme a “Su primu” e “Su segundu”, ultime arrivate nelle strade cagliaritane.
Dietro c'è un progetto imprenditoriale ambizioso, nato dalla mente di Francesco Orrù, e di suo padre Eraldo: «I clienti ci apprezzano e amano i nostri prodotti, ma il Comune non ci consente di lavorare», protestano. «Esiste un regolamento vecchissimo che non permette la somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico. Il Municipio ci relega in luoghi meno affollati, ad esempio nelle vie Pessina, Trieste e XX Settembre, costringendoci a chiudere tutto e ad espatriare. Facciamo street-food di qualità e diamo stipendio a sei famiglie. Ci rivolgiamo a Comune e Regione, perché ci vengano incontro».
Ma ci sono anche altre proteste: quelle dei titolari delle attività commerciali tradizionali. Perché da quando l'Ape specializzata in frittura è comparsa in via Pessina, oltre all'odore intenso, ha portato anche malumore nel rione. «Mi sembra evidente che sia concorrenza sleale», sbotta Maria Grazia Pinna, titolare della gastronomia dietro il Tribunale, «apprezzo l'iniziativa e chi si ingegna per crearsi un lavoro, ma non è accettabile che si danneggino gli altri». Poi aggiunge: «Io, anche per mettere una semplice tenda, devo pagare il suolo pubblico mentre loro arrivano con l'Ape, sistemano sedie e tavolini nella piazzetta e fanno quello che vogliono. Non sono certo l'unica a lamentarmi, anche perché questa nuvola di fritto è insopportabile».
Marzia Cilloccu, assessora alle Attività produttive, Turismo e Pari opportunità, si tiene alla larga da ogni polemica, ma ricorda il regolamento comunale «che non prevede l'utilizzo di arredi» (sedie e tavoli) «né consente la vendita nel centro storico, dove gli spazi vengono assegnati con appositi bandi», ricorda. «Poi, sono d'accordo: il regolamento è vecchio e non risponde più alle richieste di un mercato modificato. Ci lavoreremo, ma per quanto riguarda il centro storico non si può transigere».
Sara Marci