Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gli irriducibili del campo rom tra spazzatura e roghi velenosi

Fonte: L'Unione Sarda
3 luglio 2017

STATALE 554. Sono circa venti le persone che vivono ancora nelle baracche

Gli irriducibili del campo rom tra spazzatura e roghi velenosi 

C'è chi è partito e chi ha accettato la sistemazione alternativa proposta dal Comune. Ma c'è chi ancora vive nelle baracche in mezzo ai rifiuti sulla collina dei veleni. Cinque famiglie: una ventina di persone presidia il campo rom abusivo accanto alla Statale 554. Un panorama desolante: vecchi furgoni bianchi, spazzatura, elettrodomestici bruciati e sul terreno i segni dei roghi. E tra rifiuti e topi, scalzi e sorridenti, i bambini giocano con alcuni cani.
I CONTROLLI Una delle conseguenze dei blitz dell'anno scorso, con il sequestro del campo (affidato in custodia al Comune) e l'ordinanza di sgombero (non eseguita per questioni sociali e di ordine pubblico), è stata la partenza di alcune famiglie dal campo rom. Ma dopo un periodo di tregua, con una riduzione dei roghi, lo smaltimento illegale di rifiuti è ripreso a pieno ritmo. Vigili del fuoco e forze dell'ordine sono dovuti intervenire più volte, a seguito delle segnalazioni dei residenti di Mulinu Becciu e Su Planu sul piede di guerra per i fumi velenosi che invadono le loro abitazioni. Gli abitanti dei due quartieri e il comitato “No diossina” aspettano con ansia la conclusione dell'inchiesta aperta dal pm Giangiacomo Pilia. Soprattutto chiedono che il campo venga sgomberato per mettere fine ai roghi.
SMALTIMENTO ILLEGALE Le indagini di Polizia provinciale e Noe hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di otto persone: sette uomini e una donna ai quali gli inquirenti contestano, in un capo di imputazione non breve, di aver «abbandonato, depositato, raccolto, trasportato e gestito rifiuti speciali anche pericolosi su una superficie di circa cento metri di ampiezza, 50 di profondità e uno di altezza per un quantitativo di rifiuti di circa 5 mila metri cubi». Nell'occhio del ciclone non ci sono solo gli indagati (di origine bosniaca). L'inchiesta sta cercando di far luce anche su chi porta i rifiuti al campo rom per lo smaltimento illegale e su chi acquista il materiale recuperato con i roghi. Accuse non da poco: gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento e disastro ambientale. Perché nella collina dei veleni ci sarebbe un po' di tutto: pneumatici, scarti di demolizione, metalli, veicoli e parti fuori uso, batterie al piombo, fusti contenenti olio minerale esausto, bombole di gas non bonificate e anche carcasse di animali in decomposizione. Ma, nonostante inchiesta, sequestro e ordinanza di sgombero, accanto alla Motorizzazione civile si brucia ancora.
M. V.