Legge urbanistica, Soru: “Troppo potere alla politica per modificare Ppr”
Una Legge urbanistica con molte ombre e poche luci che culmina con lo “sportello sempre aperto per bypassare il Piano paesaggistico”, a seconda delle valutazioni politiche del “presidente della Regione pro tempore e dei suoi saggi, sempre pro tempore”. Parole e musica di Renato Soru nei 45 minuti di intervento che hanno chiuso l’incontro ‘Governo del territorio, Legge urbanistica: uno sguardo europeo’, promosso da SardegnaEuropa, l’associazione che l’ex presidente della Regione ed europarlamentare Pd ha battezzato nell’ottobre dello scorso anno. All’assise organizzata a Cagliari lunedì sera, gli interventi di relatori più o meno in linea con la proposta della giunta Pigliaru, come il presidente della Camera di commercio di Cagliari Maurizio De Pascale. Molto meno entusiasta, per così dire, l’urbanista ed ex rettore dell’Università di Cagliari Pasquale Mistretta (“Certi passaggi di questa legge mi ricordano il Cappellacci del 2011”). A seguire i giudizi nettamente critici dell’architetto Sandro Roggio, uno dei fautori del Piano paesaggistico targato Soru, e di Maria Paola Morittu di Italia Nostra. In prima fila, da spettatore – e in qualche occasione a controbattere in diretta – l’assessore regionale all’Urbanistica Cristiano Erriu, padre politico insieme con Francesco Pigliaru della nuova Legge urbanistica.
“Lo sportello sempre aperto per modificare il Ppr e i grandi sacerdoti”
Tornando a Renato Soru: uno degli attacchi più duri, l’europarlamentare lo riserva alle disposizioni dell’articolo 43 del disegno di legge, relativo ai “programmi e progetti ecosostenibili di grande interesse sociale ed economico” che Regione ed enti locali possono realizzare insieme agli imprenditori privati. “In pratica è uno sportello sempre aperto per modificare il Piano paesaggistico. E questo è intollerabile – dice Soru -. E poi, chi è che decide il progetto o l’imprenditore qualificato? Il problema è che a deciderlo sarà la politica, il presidente della Regione pro tempore e i suoi saggi pro tempore”. Oppure “qualche grande sacerdote che deciderà a chi distribuire le fiches. Secondo me invece ci vogliono regole: chiare, comprensibili, uguali per tutti. Non sono contro la Legge Urbanistica, anzi: la si faccia subito. Ma bene, con regole chiare e per tutti”.
Ampliamenti e ristrutturazioni nei 300 metri dalla costa
Uno dei punti che ha sollevato critiche feroci alla Legge urbanistica della giunta Pigliaru riguarda l’articolo 31: “Incrementi volumetrici per interventi di riqualificazione e miglioramento della qualità architettonica degli edifici a destinazione turistico-ricettiva”, che possono essere realizzati anche “nei 300 metri dalla linea di battigia marina”, recita il comma 2 e anche “in corpi separati”. “Laddove il territorio è stato già compromesso – osserva Soru – che si riqualifichi pure, che si ristrutturi, che si butti giù e si ricostruisca, senza l’incremento delle volumetrie. Ma nelle zone intatte, e penso ad esempio a Razza di Juncu (nel Golfo di Cugnana, distante pochi chilometri da Porto Rotondo, ndr), allora lì è diverso: deve rimanere intatta. Secondo la loro proposta, no. E poi questa norma è un po’ tutto un rattoppo, un’eccezione qui, un’eccezione là. Non proprio una proposta organica. Ma davvero pensiamo che se costruiamo a Cala Domestica o di fronte a Serpentara la situazione si sblocca? Un piffero”.
“I Comuni? Si sono dimenticati dei Puc. Prendiamo gli ingegnere sardi e li paghi la Regione”
“Non ho potuto rifare il bagno: colpa di Soru. Ho il tetto rovinato e piove dentro casa: colpa di Soru. E altre frasi del genere. È da anni che sento queste cose. Ma la colpa è di Soru e del Ppr? No. La colpa è dei Comuni che dovevano approvare i Piani urbanistici comunali entro un anno e mezzo dal via libera al Ppr e non l’hanno fatto. E oggi la situazione è cambiata? – chiede l’ex segretario regionale del Partito democratico – Macché. Quanti saranno col Puc? Forse non si arriva a una decina su 377 Comuni. Il Ppr è un quadro generale al quale i Piani comunali dovevano adeguarsi: non l’hanno fatto e così hanno bloccato tutto. Allora, caro Pietro (Cocco, capogruppo Pd in consiglio regionale, seduto in prima fila, ndr), perché non fate una norma, semplice semplice, in cui si dice ai Comuni: ‘Prendete un ingegnere, ce ne sono tanti in Sardegna, bravissimi, e vi fate fare il Puc. Ve lo paga la Regione’. Così vediamo se riusciamo a sbloccare una situazione che perdura da oltre un decennio e procedere con quel processo di sburocratizzazione dell’amministrazione, uno dei mali maggiori con cui oggi devono fare i conti i cittadini, avviato dalla giunta Pigliaru. Che io sostengo – ha rimarcato Soru – ho girato la Sardegna per farlo eleggere, ho fatto comizi, ho lavorato tanto, è anche il mio presidente. Ma sull’idea di governo del territorio non gli risparmio critiche. Alla sua Legge Urbanistica ad esempio preferisco quella stilata da alcuni consiglieri regionali, alla quale ho contribuito, più chiara e comprensibile. E migliore, a mio parere”.
Pablo Sole