Le sentinelle della zona rossa
Si fa presto a dire G7. Anzi, fanno presto a dire G7 quelli che non conoscono la fatica dell'attesa. Quelli che tutt'al più attribuiranno al vertice le colpe di strade chiuse e divieti di sosta e ne leggeranno distratti tra i tavolini di un bar. Nulla sanno delle sveglie all'alba, dei lunghi appostamenti alla finestra, del lavoro silenzioso e incessante dei residenti della “zona rossa” fiaccati da settimane di preparativi in quel vicolo nascosto tra via XX Settembre e viale Regina Elena dove tutto accade e nulla passa inosservato. Lungo la stradina battuta dagli addetti ai lavori sul retro della Manifattura la settimana è iniziata con tre colpi di clacson di un furgone che alle 7 del mattino reclamava l'accesso al grande complesso in cui un tempo si fabbricavano sigarette. C'era un'auto da spostare e i vicini di casa l'hanno risolta in un minuto prima ancora di bere il caffè: uno al volante e l'altro a suggerire le manovre dalla finestra. La Digos aveva chiesto uno sguardo vigile su persone sospette. Ecco, da queste parti l'hanno presa sul serio e quei trenta metri d'asfalto possono dirsi sotto controllo. Impossibile farla franca anche per un innocuo ciclista che ha indugiato troppo a lungo alla ricerca di una casa da acquistare. Si è visto fermare da due agenti convocati in un lampo dalle sentinelle del quartiere.