SABATO, 30 MAGGIO 2009
Pagina 2 - Cagliari
Is Mirrionis per quasi ventiquattr’ore senz’acqua, in frantumi l’asfalto appena gettato Ritardo nella riparazione: non si vedevano le chiuse
La bitumazione le aveva coperte Usato un cercametalli
CAGLIARI. Un fiume impetuoso tra via San Michele e piazza Sant’Avendrace è sgorgato improvviso all’una del mattino in via Col di Lana, si è attenuato dopo due ore e mezzo per l’intervento dei tecnici di Abbanoa ma è stato fermato del tutto solo ieri a sera inoltrata perché non si riusciva a trovare i chiusini per bloccare la condotta. Erano coperti dall’asfalto della recente bitumazione sulla quale gli operai del Comune non avevano fatto il secondo giro: quello che riporta al livello della strada ciò che è stato sepolto con lo strato di asfalto. Un’operazione programmata ma non ancora eseguita come altrove, per esempio in viale Diaz. Nessuno se ne sarebbe accorto se non fosse saltata la condotta più grossa dell’acqua potabile in città.
Per tutto il giorno Is Mirrionis è rimasto senz’acqua. Una sorgente d’acqua destinata al consumo umano s’è aperta nella via Col di Lana intorno all’una del mattino, l’allarme è arrivato prima ai vigili del fuoco, è intervenuta anche la squadra Volante della polizia, le guardie municipali che hanno portato le transenne per bloccare il traffico e deviarlo sulle strade asciutte. Le condotte di Cagliari sono lunghe cinquecento chilometri: in questi ultimi cinque sei anni ne sono state cambiate almeno la metà (spiega un tecnico di Abbanoa) e quella che passa sotto via Col di Lana ormai è una delle più vecchie. Ciò che ha spaventato i cittadini lì di passaggio (e i residenti) è stata l’impossibilità durata ore e ore di fermare il fiume in piena. «Andavano chiusi i rubinetti da una parte e dall’altra della perdita - spiega il tecnico di Abbanoa, l’ingegnere Maurizio Cittadini -, uno è stato trovato dopo due ore, per gli altri, dato che nel buio della notte era più difficile trovare impronte o altro segno rivelatore, si è dovuto intervenire col cerca-metalli. Poi è arrivato l’escavatore e una volta individuati si è scavato per portare in luce i chiusini e quindi bloccare finalmente l’uscita dell’acqua». L’acqua aveva molta pressione quindi ha fatto saltare parecchie zolle di asfalto e si temeva che si potessero aprire voragini: è intervenuto anche il servizio Protezione civile del Comune impegnato dall’anno scorso nel monitoraggio del rischio avvallamenti delle strada causa i vuoti sotto il mantello di asfalto. Stavolta è stata la furia dell’acqua a muovere il tappeto appena steso ma non sono stati notate buche pericolose. (a. s.)