Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Disabili e terza età, sono ancora pochissimi i litorali attrezzati

Fonte: L'Unione Sarda
8 giugno 2017

Disabili e terza età,
sono ancora pochissimi
i litorali attrezzati 

«Le spiagge devono essere accessibili a tutti. Purtroppo non tutti i litorali sono attrezzati per accogliere le persone con disabilità, gli anziani, ma anche le mamme con i passeggini e i bambini piccoli». Caterina Cocco, segretaria regionale Cgil, avverte: «Ci sono Regioni all'avanguardia su questi temi, penso ad esempio alla Liguria, la Sardegna deve cogliere l'opportunità della nuova legge sul turismo per puntare sull'inclusività. Innanzitutto, si dovrebbero dare incentivi a chi fa attività e servizi al mare dedicati ai portatori di handicap».
TARGET Oltre l'aspetto sociale, c'è quello economico: non ha senso tenere lontano un segmento numeroso come i turisti disabili e i loro accompagnatori. Purtroppo, nell'Isola sono ancora poche, pochissime, le spiagge dotate di passerelle e di accessi adeguati.
IL CASO SASSARI «Non sono molti i comuni attrezzati - sottolinea Corrado Ughi della Vosma, una coop sociale con sede a Sassari - la gran parte si affida agli stabilimenti balneari come per i servizi di salvamento. Ma così non può funzionare. Sassari, sotto questo aspetto, fa la differenza. Anzi, credo sia l'unico comune in tutta Italia a garantire un eccezionale sistema di fruibilità agevolata, con tutte le spiagge dotate di passerelle in legno: Porto Ferro, Porto Palmas, Argentiera, Fiume Santo e la Rotonda di Platamona, fiore all'occhiello, attrezzatissima con il sistema Abaf (Area balneare ad accesso facilitato). Qui si eroga gratuitamente un servizio di balneazione assistita, possibile grazie alla predisposizione di articolate passerelle, piazzuole di soggiorno, attrezzature per l'ingresso e la permanenza in acqua e la cura prestata dagli operatori nelle fasi di trasferimento della persona disabile sugli speciali ausili per l'immersione».
RITARDI Che l'Isola, almeno sul fronte del turismo, non sia un posto per vecchi e disabili, è storia nota. Qualcosa sta cambiando, nessuna rivoluzione sia chiaro, giusto una sensibilità diversa rispetto al passato, sempre meglio che niente. «L'esempio di Sassari, che ha iniziato il lavoro nel 2008 - spiega Ughi - è stato seguito da altri centri. La situazione, comunque, sta migliorando. C'è più attenzione e meno superficialità, è vero, ma resta ancora molto da fare».
LA TESTIMONIANZA «Personalmente non ho mai usato le passerelle per accedere al mare - dice Raffaele Farigu, non vedente, ex parlamentare, presidente e fondatore di Ierfop onlus - e per certi versi sono piuttosto contrario agli amministratori che cercano visibilità e consensi quando realizzano opere di questo genere. La disabilità è solo questione di barriere culturali, ché quelle architettoniche si possono eliminare. Per modificare le opinioni correnti sono necessari decenni di lotta. Io ho girato il mondo da solo, meglio, in compagnia del mio cane. Non mi risulta che persone con difficoltà deambulatorie vadano abitualmente al mare, anche se capisco che gli arenili debbano poter essere fruibili da chiunque».
STRATEGIE Per Farigu, chi si occupa di politiche turistiche sta «colpevolmente ignorando questa fascia di persone». Corrado Ughi è d'accordo: «Non c'è cultura o, forse, non abbiamo abbastanza sensibilità verso i problemi altrui. Ma in verità penso che come per altre situazioni, e mi riferisco alla Sardegna, chi sta negli uffici preposti a studiare i problemi si accorge dell'estate solo a fine giugno: non c'è programmazione». (v. f.)