Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, impraticabile la strada dell’acquisto

Fonte: La Nuova Sardegna
29 maggio 2009

VENERDÌ, 29 MAGGIO 2009

Pagina 1 - Cagliari

Impossibile l’acquisizione non essendo state rilevate nuove tombe oltre a quelle già censite



Maninchedda: occorre un intervento del ministero e l’accordo con la Coimpresa



Regione, Comune e privato hanno nominato un comitato tecnico per verificare i problemi da risolvere dopo il blocco forzato di due anni

CAGLIARI. Tuvixeddu senza fine. Gli ambientalisti e i fautori del grande parco su tutto il colle avevano sperato nell’ipotesi avanzata da Paolo Maninchedda, presidente della commissione regionale al Bilancio, che aveva proposto di mettere da parte una somma per l’acquisizione del colle. In particolare l’esponente politico del Psd’az aveva chiesto che tra la finanziaria regionale di quest’anno e quella del prossimo, venissero accantonati 50 milioni di euro che, assieme a una serie di permute avrebbero potuto permettere l’acquisizione del bene. Ma questo, spiega Maninchedda, non è possibile se non c’è un intervento da parte del ministero.
Il presidente della commissione precisa che l’accantonamento della somma non è stato fatto in quanto l’acquisto di Tuvixeddu da parte della Regione sarebbe possibile solo se vi fossero atti conseguenti dal minisitero della Cultura. Allo stato attuale, infatti e non essendo state rilevte nuove tombe, un atto di acquisizione verrebbe valutato come un danno erariale per il governo dell’isola. L’esborso di una somma per il colle potrebbe esser giustificato qualora vi fossero nuovi ritrovamenti archeologici nell’area di lottizzazione o nelle vicienze, mentre allo stato attuale non ci sono. L’anno scorso si era parlato di un certo numero di nuove necropoli, ma le voci sono poi risultate errate.
Qualcuno potrebbe dire, però, che per l’impresa Cocco di viale Sant’Avendrace c’è stata una trattativa che ha portato a una permuta proposta dalla Regione. In quel caso, però, spiega Maninchedda, c’erano alcune tombe proprio a ridosso dell’edificio in costruzione. Nel caso della lottizzazione della Coimpresa di via Is Maglias, la necropoli si trova a debita distanza.
In sintesi: occorrono dei passi da Roma che intervengano tramite il discorso paesaggistico in modo tale da agire sui vincoli. Nello stesso tempo, però, un eventuale acquisto - parziale o totale - potrà essere eseguito partendo dal comitato di controllo per l’applicazione dell’accordo di programma del 2000. Ed è attorno a questo atto che ruota tutta la vicenda. Nove anni fa la Regione, il Comune e la Coimpresa firmarono l’accordo che prevedeva un intervento di riqualificazione urbana dell’area comprendente un parco di 23 ettari (per la necropoli) e una lottizzazione di circa quattrocento appartamenti, distribuiti in via Is Maglias a lato di Tuvixeddu (260) e il resto nella parte di Tuvumannu. Più uffici e edifici universitari.
Nel 2004 il parlamento approvò il Codice Urbani sui beni culturali che inserisce il concetto di paesaggio in termini di valore non commercializzabile. Da qui l’azione della Regione col blocco dei cantieri nel gennaio 2007. Ma gli atti portati avanti del governo, guidato da Renato Soru, vennero considerati irregolari sia nella forma che nella sostanza e annullati dal Tar e dal Consigloio di Stato. Poi ci sono state le elezioni e alla Regione, Soru è stato sostituito da Ugo Cappellacci. In questa nuova assemblea Maninchedda, sensibile alle esigenze di un grande parco su tutto il colle, ha ipotizzato una mediazione per l’acquisto. Ma questa, ribadisce, necessita di un’azione concertata col ministero e l’accordo coi proprietari dell’area.
Nel frattempo i tre soggetti interessati (Regione, Comune e Coimpresa, che fa capo al gruppo Cualbu) hanno mominato un comitato tecnico per verificare, dopo due anni di blocco, tutti i problemi da superare. L’impresa, da parte sua, sta riprendendo i lavori e iniziando a vendere gli appartamenti, pur in un mercato del tutto cambiato, sottolinea Giuseppe Cualbu (amministratore della Coimpresa), del tutto cambiato rispetto a un anno fa. In parallelo la società costruttrice sta finendo di valutare i danni causati dai due anni di blocco, alcune decine di milioni.