MARINA. I lavori per il recupero del tempio fermi dal 2014. Il disappunto dei turisti
L'ex chiesa di Santa Lucia è di nuovo un immondezzaio
Santa Lucia alla Marina, l'Ospedale Marino al Poetto. I due monumenti, oltre a essere ex e avere entrambi un'attinenza con il mare, hanno un presente in comune: ruderi nei luoghi più importanti del capoluogo. Il tempio del centro storico, così come la Colonia Dux sulla spiaggia, da tempo è chiuso, immondezzaio che fa storcere il naso a cagliaritani e turisti. Solo la recinzione donata da un imprenditore ha impedito che questi anni di incuria trasformassero la più antica chiesa dentro le mura dei quattro quartieri della città in un vespasiano, abitata, come nel passato recente, da sbandati e topi giganti.
Gli scavi archeologici sono al palo, i concerti e le belle iniziative sono solo un lontano ricordo. Certo è che quel monumento trasparente deve essere restituito alla città.
SCAVI E RIFIUTI Il tempio di via Sardegna, tra le vie Napoli e Barcellona, è di proprietà della confraternita Santa Lucia, recentemente ricompostasi dopo che, negli anni '70, si era sciolta per la morte dei componenti. Da allora, per l'edificio della Marina era iniziato un periodo grigio, interrotto dalla buona volontà di alcuni studiosi e da uno stanziamento concesso dalla Fondazione di Sardegna. Soldi che, evidentemente, sono esauriti, visto che dal 2014, bottiglie di plastica, buste, stracci e immondezza varia sono ormai parte integrante degli scavi.
IL GIOIELLO Che l'ex chiesa possa essere il valore aggiunto del rione lo dimostra il fatto che i turisti vengono attratti dalle rovine. Irene Martin, 22 anni, arriva da Madrid. «Peccato, sarebbe davvero interessante poter scoprire di più di questi resti. I pannelli non sono sufficienti, non trovo relazione con le informazioni».
Alberto Loddo, 23 anni, cagliaritano, lavora in un negozio di spezie. «Vorrei che questo luogo fosse più curato. Troppa sporcizia, in tanti anni non ho mai visto qualcuno che si dedicasse alla pulizia. È uno sfregio per il quartiere. Andrebbe sistemato e messo a disposizione dei turisti: le guide potrebbero spiegare la storia del monumento e della città».
MONUMENTO TRASPARENTE Marco Cadinu, professore di Storia dell'architettura dell'Università, ha curato il progetto. «Non c'è fretta, Santa Lucia non è un cantiere normale, ma vive nella lentezza della sua esecuzione». Ci sarà un termine? «Presto contiamo di ridare a turisti e cagliaritani il primo cantiere archeologico della Sardegna, dando la possibilità di ammirare il lavoro di studiosi e operai impegnati negli scavi». Perché questo giocattolo smontato è chiuso? «Sarà disponibile quando sarà completato il restauro». Tradotto? «Il progetto prevede la realizzazione di una piazza sul vecchio pavimento e la trasformazione degli archi in una loggia». Avete i soldi? «Sono necessari circa 700 mila euro. Abbiamo bisogno del patrocinio di una pubblica amministrazione». Nel frattempo rimarrà un immondezzaio? «Per la pulizia potrebbero intervenire i privati».
Andrea Artizzu