Il turismo salvagente dell'economia sarda. Boom di presenze, lotta al "cancro" del sommerso
Il turismo salvagente dell'economia sarda. Boom di presenze, lotta al "cancro" del sommerso
Il settore delle vacanze regge il colpo della crisi generale. Rialzi a doppia cifra, gongolano hotel e strutture ricettive. 41 vacanzieri su 100 assorbiti dal "nero", la media italiana è del diciotto.
CAGLIARI - Il turismo: domanda in crescita per il quarto anno consecutivo, aumentano soprattutto i turisti stranieri. In linea con quanto accade a livello nazionale e internazionale, anche in Sardegna il numero di turisti è in crescita. Secondo i dati provvisori forniti dal servizio della statistica regionale e contenuti nell'ultimo rapporto del Crenos, la domanda turistica nel 2016 continua a crescere per il quarto anno consecutivo (+10% per arrivi e presenze). Continua la crescita delle presenze straniere: +11,7%, contro il +8,5% di quelle italiane. I dati definitivi Istat indicano per il 2015 circa 2 milioni e 610 mila arrivi e 12 milioni e 393 mila presenze (+9,1% per entrambi gli indicatori). Per le presenze la componente estera (+9,8%) cresce più di quella nazionale (+8,4%) e di ogni altro suo competitor (Sicilia, Puglia, Calabria e Corsica). Nel 2015 la quota dei turisti stranieri è pari al 47% (31% nel 2006) e si avvicina alla media nazionale (49%). Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito si riconfermano i principali paesi di provenienza dei turisti stranieri. Da segnalare la crescita sostenuta dei turisti provenienti dai Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia, mentre, dopo anni di crescita continua, diminuiscono i turisti russi.
La stagionalità dei flussi turistici rappresenta ancora una criticità per la Sardegna. Circa il 53% delle presenze turistiche si concentra nei mesi di luglio e agosto, questa percentuale raggiunge l’84% se si considera l’intera estate (da giugno a settembre). Una buona notizia per la destagionalizzazione riguarda i flussi internazionali: nei mesi cosiddetti “di spalla” (maggio, giugno, settembre, ottobre) superano quelli nazionali. Dal lato dell’offerta, nel 2015 aumentano le strutture ricettive e i posti letto (in entrambi i casi +2,6%). Il 2015 è un anno positivo soprattutto per le strutture alberghiere la cui capacità ricettiva aumenta più che nei competitor (+3,3%). Nota dolente è il tasso di occupazione delle strutture: 22% per le strutture alberghiere e 9,1% per quelle extralberghiere (dati inferiori alla media italiana ma in linea con quelli delle regioni competitor italiane: Sicilia, Puglia e Calabria). La ragione di questo basso utilizzo delle strutture rispetto al potenziale è attribuita alla forte stagionalità dei flussi che, come noto, è una delle caratteristiche delle destinazioni orientate al turismo marino-balneare. Basti pensare che le strutture vengono utilizzate per il 54% nel mese di agosto e solamente per l’1% nei mesi di gennaio e di dicembre.
"Il turismo sommerso in Sardegna ha un'incidenza stimata del 41% sul totale delle presenza del 2015, la percentuale più alta, insieme alla Puglia, rispetto ai maggiori competitors italiani come Sicilia e Calabria, che si attestano rispettivamente sul 19 e 8%, mentre la media italiana è del 18%. I dati diffusi dal Crenosnon fanno che confermare quanto abbiamo denunciato nelle scorse settimane: il fenomeno è rilevante e continua a far sentire i propri effetti sulla produzione di ricchezza per l'intera Isola”. Lo dice il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca.